Società

SIGARETTA PRIVATA, PUBBLICA VIRTU’

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La prima privatizzazione nel settore industriale del governo Berlusconi, la vendita dell’Eti, l’Ente tabacchi italiani, che controlla un quarto del mercato italiano a livello distributivo, e vanta importanti impianti produttivi, ha avuto un grande successo. La anglo americana Bat, infatti, una delle maggiori compagnie del settore, l’ha acquisito per 2.132 miliardi di euro, battendo due gruppi rivali, che ne avevano offerti 1.500.

La somma ricavata dal Tesoro con questa operazione, che va a riduzione del nostro debito, è di oltre un miliardo di euro superiore al previsto. Il periodo non era certo favorevole. Non solo a causa della congiuntura economica, ma anche per il fatto che proprio in questa epoca si stanno attuando norme anti fumo notevolmente severe. I due gruppi pretendenti di Eti, battuti nella gara, erano uno interamente italiano, l’altro in parte italiano e in parte francese. Il nostro governo non ha interferito per far prevalere interessi nazionalistici.

Ha agito seguendo le regole del gioco europee, che richiedono, nelle privatizzazioni, l’imparzialità e la prevalenza dei criteri di economicità. La vittoria di Bat (alleata con Confcommercio) è vantaggiosa, oltreché per il nostro Tesoro, anche per il consumatore italiano, in quanto si tratta della maggiore casa rivale di Philip Morris, che ha avuto, sin qui, una posizione egemone sul mercato italiano. Ora, accanto alle Marlboro, si diffonderanno le Kent e altre marche che la Bat produce o commercializza. In effetti, l’Eti ha un accordo con Philip Morris che Bat dovrà rinegoziare.

Ma questo fatto, a quanto sembra, non è stato di ostacolo all’offerta di una cifra così elevata da parte della compagnia angloamericana, che ha sorpreso un po’ tutti gli osservatori. Una spiegazione di questo comportamento può essere la valutazione positiva del mercato italiano del consumo. Va poi considerato che Eti non solo ha una rete di distribuzione, ma che è anche un produttore. Quindi dalla cifra sborsata da Bat si può desumere un giudizio di convenienza sull’investimento industriale e commerciale in Italia. Insomma, anche se la stabilità italiana sta correndo qualche serio rischio di andare in fumo, smoke gets in your eyes.

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