Società

RICUCCI, NUOVO GUAIO DA 240 MILIONI

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Sono gli stessi advisor ad ammettere il “buco”. A pagina 27 della proposta di concordato che Magiste International ha depositato al tribunale fallimentare di Roma, si parla di un debito di 241,39 milioni della società capofila di Stefano Ricucci nei confronti di Magiste Real Estate Property. Dove è finito questo denaro non lo sanno neppure gli avvocati che stanno cercando di rimettere in pari i conti del gruppo. Sono gli advisor a illustrare una serie di finanziamenti infragruppo che in procura avviano un nuovo filone di indagine. L´attenzione si posa sui flussi di denaro dall´Italia al Lussemburgo. Elementi interessanti arrivano dalla documentazione sequestrata nel controsoffitto degli uffici della Magiste, con contabilità parallela aggiornata.

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I pubblici ministeri romani, Giuseppe Cascini e Rodolfo Sabelli, da giorni lavorano su una ipotesi di bancarotta per distrazione da oltre 200 milioni. Sotto osservazione i flussi di denaro che da una controllata passano all´altra, che dall´Italia vanno all´estero. Come è noto furono proprio le indagini sulle operazioni infragruppo la vera sciagura di Sergio Cragnotti, così si scoprì che la Cirio era solo un colosso di scatole vuote.

Gli advisor di Magiste, Ripa di Meana e Vitale & associati, sono stati obbligati ad ammettere il “buco” perché i 241 milioni che la International deve a Real Estate Property sono assolutamente indispensabili per predisporre la richiesta di concordato per le altre controllate. Nella pagina 27 del documento depositato al Fallimentare si parla di «necessità di ottenere una anticipazione o un acconto sulle somme che saranno ad essa attribuite da Magiste». «L´acconto necessario per poter predisporre proposta di concordato anche per Mre, ammonta a 4,5 milioni di euro».
Appare fragile la richiesta depositata al Fallimentare. La domanda di concordato preventivo con i creditori – i principali sono Bpi e lo Stato italiano- ammonta a 520 milioni di euro. La condizione di fondo del concordato è che la procura di Milano e quella di Roma sblocchino i settanta milioni sequestrati per le operazioni Antonveneta e Rcs. L´ipotesi nelle due procure appare remota.

Al momento i debiti tributari di Magiste International sono valutati in 42,2 milioni di euro. Bpi vanta un credito residuo di 202 milioni e dovrebbe rinunciare a circa metà. Il professor Fabio Massimo Pulsoni, che ha valutato i conti, ha dato parere positivo allo stato degli atti ma ha messo le mani avanti sul futuro, su eventuali elementi che, emergendo dalle indagini, possano modificare la situazione.
La procura di Roma sta studiando nel dettaglio la proposta di Ripa di Meana e Vitale & associati, che ha rallentato i tempi dell´istanza di fallimento annunciata dai pm.

L´ufficio del pubblico ministero darà parere negativo sul concordato avendo giudicato da tempo il gruppo Magiste in condizioni prossime al crac. Il parere del pm Salvatore Vitello arriverà al Fallimentare la prossima settimana. Chi indaga sul fronte penale infatti concentra i lavori su elementi come le operazioni infragruppo che possano incardinare il reato di bancarotta. In procura, valutati gli elementi, si ritiene che il giudice boccerà il concordato di Magiste. Se sarà così, scatterà l´istanza di fallimento.

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