Coronavirus

Covid, perché i contagi stanno risalendo nel Regno Unito (Podcast)

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Il Regno Unito sta registrando una nuova impennata nei contagi, vicini alle 50mila unità al giorno: è uno dei ritmi più elevati attualmente osservati nel mondo. La rapida campagna vaccinale condotta con il vaccino AstraZeneca e la rimozione di gran parte delle limitazioni anti-Covid in Inghilterra lo scorso 19 luglio sarebbero alla base dell’inversione di tendenza osservata nel Paese.

Secondo gli ultimi dati, relativi a lunedì 18 ottobre, nel Regno Unito si sono registrati 49.156 casi di Covid-19, che portano il totale cumulato a 8,4 milioni di infezioni dall’inizio della pandemia. Inoltre, sono stati registrati 45 nuovi morti, su un totale complessivo di 138.629 vittime.
Si tratta di un’ondata meno potente rispetto a quella osservata un anno fa, quando il vaccino ancora non era disponibile, ma il Covid potrebbe essere ancora una ragione di preoccupazione importante per il popolo britannico.

Sulle cause della nuova ondata sono state formulate alcune ipotesi. La prima è che l’allentamento delle misure anti-contagio nella sola Inghilterra già dallo scorso luglio, fortemente voluto dal premier Johnson, abbia permesso una maggiore circolazione del virus che ora si sta traducendo in maggiori casi.
L’evidenza scientifica ha poi dimostrato come la protezione fornita dai vaccini si riduca nel tempo. Questo vale anche per il vaccino Astra Zeneca, che è stato il principale strumento di protezione per la popolazione. Paradossalmente, aver proceduto più speditamente con le somministrazioni a fine 2020 e inizio 2021 ha esposto di più al decremento della “copertura” proprio i primi soggetti ad aver ricevuto le dosi – quelli più fragili. Inoltre, il Regno Unito ha messo meno l’accento sulla vaccinazione degli adolescenti: una decisione che, unita alla riapertura delle scuole, avrebbe anch’essa aumentato la circolazione del virus.

“Le infezioni rimangono alte nei giovani e sembrano riversarsi nella fascia 35-55 anni. Se questi aumenti si insinuano anche negli over 55, potrebbe essere un disastro per il sistema sanitario nazionale questo inverno”, ha osservato Tim Spector, professore di epidemiologia genetica al King’s College di Londra e responsabile dell’app ZOE COVID Study per l’analisi dei dati sulla pandemia, “con casi così alti, è chiaro che l’immunità di gregge non sta accadendo, e il rischio è che la maggior parte della gente continui a credere di essere al sicuro se ha avuto Covid o un vaccino.