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Pfizer, dal vaccino attesi 24 miliardi di ricavi nel 2021, un terzo del totale

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Grazie al solo vaccino anti-Covid, Pfizer avrebbe realizzato profitti pre-tasse per circa 900 milioni di dollari nel primo trimestre: è questa la stima effettuata dal New York Times sulla base dei 3,5 miliardi dollari incassati dalle vendite per il suo siero contro il nuovo coronavirus.

La società, che oggi (4 maggio) ha diffuso i conti trimestrali, non ha resi noti i profitti realizzati grazie al vaccino. Ciononostante Pfizer prevede che il margine sarà compreso fra il 25 e il 30%.

Inoltre Pfizer ha alzato la guidance sulle vendite previste per l’intero 2021: secondo le nuove previsioni, si attesteranno fra i 70,5 e 72,5 miliardi di dollari, contro la precedente forchetta compresa fra i 59,4 e i 61,4 miliardi.
Un terzo dei ricavi, circa 24 miliardi, deriveranno proprio dalla vendita del vaccino anti-Covid sviluppato assieme alla BioNtech.

Pfizer, i conti nel primo trimestre

La casa farmaceutica americana ha concluso il primo trimestre del 2021 con un fatturato in crescita del 45% a 14,582 miliardi di dollari, mentre gli utili per azione sono lievitati del 43% a 0,93 dollari.
“Non potrei essere più orgoglioso di come Pfizer ha iniziato il 2021. Sulla base di quanto abbiamo visto finora prevediamo una domanda durevole per il nostro vaccino”, ha dichiarato l’amministratore delegato Albert Bourla.
Il titolo quotato a Wall Street è oscillato sopra e sotto la parità nel corso della giornata, e alle ore 17 e 45 italiane si trova sostanzialmente invariato rispetto al prezzo di chiusura di lunedì.

No comment sulle dosi destinate ai Paesi poveri

Al termine del primo trimestre Pfizer ha consegnato 430 milioni di dosi in 91 Paesi, anche se la società si è rifiutata di rivelare quante, fra queste, sono state spedite ai Paesi a basso reddito; si tratta di dosi sulle quali la casa farmaceutica aveva dichiarato di non volere realizzare profitti. Pfizer aveva annunciato di voler contribuire al progetto Covax, dedicato alla fornitura di dosi per i Paesi più poveri, con 40 milioni di dosi, pari al 2% del totale la cosa farmaceutica prevede di produrre quest’anno.