L’Orlando pensiero: una pena al giorno

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Nel mentre vengo definito un renziano all’ennesima potenza, da un  po’ di tempo, grazie al duo “Orlando-Cuperlo e signora” ogni giorno mi tocca leggere una perla che poi in pratica significa una “pena permanente”.

Un personaggio, già fortemente impegnato nel suo ruolo nella veste di “guardasigilli” ha deciso di deliziarci del suo quotidiano pensiero, in termini generali beninteso e non certo prendendo di petto qualche problema per esprimere una sua posizione.

L’ultima, in ordine di tempo, dopo quella del “Non alzo muri ma costruisco ponti” oggi ho appreso che ne ha tuonata un’altra:  “Essere un soggetto plurale inclusivo…”.

Volendo fare una riflessione a voce alta, mi chiedo, se significa “essere renziano” se dico:

  • Che si fa fatica a capire metafore del calibro “smacchiare lo giaguaro, il tacchino sul tetto, pettinare le bambole o portare la mucca nel corridoio”?
  • Apprendere da un candidato alla Segreteria del Partito democratico che non vuole alzare muri ma costruire ponti o l’essere un soggetto plurale inclusivo?
  • Ma l’avrà capito che la linea la esprime la nuova Segreteria di Matteo RENZI, eletto con oltre il 70% dei consensi dalla base del Partito democratico?
  • Se ne sarà accorto che ha preso solo il 20% dei consensi e il suo pensiero non è più “quotato” del mio o di qualunque altro iscritto al partito?
  • Ha compreso che oggi il suo pensiero, con tutto il dovuto rispetto vale quanto il “due di coppe alla scopa”?
  • Parli chiaro: con la sua ultima “creatura DEMS”, cosa pensa di fare, di dire o di dare al futuro di questo disgraziato e bellissimo Paese?

Egregio Onorevole Orlando, signor Ministro, le chiedo un piacere: per il tratto a venire, almeno fino alle elezioni della prossima primavera, ci risparmi  le sue uscite con queste continue elucubrazioni, parli d’altro perché lei non ha titolo di parlare come un oracolo della linea del Partito democratico. Constatato l’esito delle primarie del 30 aprile u.s., non ha né senso e meno che mai titolo a parlarne.

Mi creda, lo dico anche per il suo bene e per non essere accusato di essere renziano: io esprimo liberamente le mie idee, come iscritto al partito democratico.

Continuare in questo modo, non è espressione di democrazia, di pluralismo democratico ma semplicemente un contributo alla confusione e sapendo di fare un grande piacere ai vari Salvini, Grillo, ex cavaliere e compagnia cantando.

Il compito del Partito democratico o della Politica è capire come fare ad evitare la delocalizzazione dell’impresa, il suicidio dell’imprenditore perché non riesce a pagare gli stipendi agli operai, ad aiutare chi è rimasto indietro nella scala sociale o stritolato dalla forbice di un benessere che si allarga sempre di più, di chi si suicida dopo aver ammazzato la moglie e il figlio, dando fuoco alla casa in vista della notifica di sfratto dell’ufficiale giudiziario.

Pensiamo a riprendere il “processo riformatore” momentaneamente interrotto il 4 dicembre 2016. Il popolo del SI, quello del 41% ed io tra questi, tredici milioni di persone aspettano questo e cioè che l’Italia riparta, semplifichi la vita dei cittadini, riduca le distanze nella famosa forbice.

Signor Ministro, lasci stare i muri, i ponti e le tante metafore che gli vengono in mente, ma limitiamoci alla scala delle priorità che ho sommariamente elencato: oltre a chi la sta pregando, gli italiani gliene saranno grati!