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LO YEN LEVANTE

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(WSI) – La Boj, la banca centrale del Giappone, ha aumentato il tasso di interesse dello 0,25 portandolo allo 0,5 per cento. Si tratta pur sempre di un livello minimale. Ma va confrontato con i bassi prezzi domestici, perché l’economia giapponese, in questo periodo, registra una tendenza alla deflazione, per altro spiegabile con il ribasso del petrolio.

Sin qui la Boj aveva rifiutato di aumentare il tasso, come richiesto da varie altre banche centrali, preoccupate del basso costo dei prestiti in yen che genera fiumi di liquidità dal Giappone ai paesi con tassi alti, neutralizzando gli effetti restrittivi delle loro politiche monetarie. I governi di molti stati avevano protestato, perché questo flusso di denaro a buon mercato dal Giappone agli altri paesi, annulla il surplus della bilancia dei pagamenti di Tokio derivante dall’avanzo commerciale e mantiene basso lo yen.

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Il ministro del Tesoro americano Henry Paulson però aveva ammesso che la riluttanza della Boj ad aumentare il tasso di interesse era giustificata dal rischio di una deflazione, in presenza di una domanda di consumi molto debole. L’aumento deciso dalla Boj, in queste circostanze, ha una sola spiegazione: l’accresciuta fiducia nella dinamica dell’economia mondiale e, in particolare, in quella degli Stati Uniti. A questa si indirizza un po’ più di un quinto delle esportazioni giapponesi. Non si tratta, dunque, di una quota determinante, per la domanda estera del Giappone.

Ma la dinamica dell’economia degli Usa ha un effetto indiretto importante su Tokio, tramite sostegno delle economie asiatiche ed europee. Ora la Boj si è convinta che gli Usa avranno, quest’anno, una crescita compresa fra il 2,7 e il tre per cento, con una tendenza a una accelerazione nel 2008. L’economia globale pertanto, potrà contare ancora sul traino statunitense.

Così l’effetto negativo sull’export giapponese del lieve rialzo dello yen innescato da questo ritocco dei tassi può essere sterilizzato dalla prospettiva di una domanda sostenuta. Questa mossa dei giapponesi, gli ultimi rimasti a resistere al rialzo dei tassi, è il segnale che oramai tutti credono che la globalizzazione stia dando un impulso strutturale all’economia mondiale.

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