Società

L’EURO CREDE
AL RIALZO DEI TASSI

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(WSI) – Jean-Claude Trichet lancia segnali di ulteriore stretta monetaria e manda in orbita l’euro. «Non siamo soddisfatti – è intervenuto ieri il presidente della banca centrale europea davanti a un comitato di parlamentari europei a Bruxelles – di quanto stiamo osservando in merito all’inflazione nell’area Ue». Un report del 16 giugno dell’Unione Europea ha rivelato che il tasso d’inflazione in maggio ha accelerato al 2,5%, superando il traguardo del 2% posto dalla Bce per il sedicesimo mese consecutivo.

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Di conseguenza, «continueremo a fare – ha proseguito il banchiere centrale – tutto quanto è necessario per contrastare la crescita dei prezzi e porre un’ancora alle aspettative d’inflazione». La Bce ha già alzato tre volte il costo del denaro dallo scorso dicembre, portandolo al 2,75% nell’ultimo intervento dello scorso 8 luglio. Secondo un sondaggio di Bloomberg tra gli economisti, ci si attende che la banca porti il tasso benchmark al 3,25% entro il prossimo 31 dicembre.

Generando in questo modo, in linea con la stretta monetaria globale che ha caratterizzato l’economia mondiale nelle ultime sei settimane, rischi sulla crescita: hanno infatti alzato i tassi di riferimento Danimarca, India, Corea, Sud Africa, Tailandia, Turchia, Sri Lanka, Svezia e Svizzera. Mentre la Cina ha aggravato le riserve bancarie per frenare i crediti bancari. Intanto, l’annuncio di Trichet ha tolto fiato ai listini europei, che in mattinata hanno navigato in territorio negativo, prima di terminare con leggeri rialzi in serata. Più marcato l’effetto sull’euro che ha messo a segno il maggiore rialzo in più di due settimane, con un guadagno di quasi il 7% contro dollaro (la valuta Ue è arrivata a 1,2666 nel primo pomeriggio a New York) e del 4,2% sullo yen.

Questo nonostante ci si attenda un rialzo dei tassi anche della Fed il prossimo 8 agosto. Riflessi anche sui future: il rendimento del contratto sull’Euribor a tre mesi (scadenza dicembre 2006) è aumentato di 1,5 punti base.

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