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EVVIVA IL DEFICIT

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(WSI) – La Casa Bianca presenta il bilancio per l’esercizio 2006. Il presidente George Bush si trova di fronte a una sfida come quella di Ronald Reagan negli anni Ottanta. Ha ridotto le imposte per dare slancio all’economia e non vuole rinunciare ai tagli fiscali fatti, anche se erano formalmente transitori: stanno infatti producendo ottimi risultati.

Sul fronte della crescita economica, dell’occupazione, della Borsa, il cupo periodo dopo l’11 settembre 2001 è completamente dimenticato. E i gettiti fiscali, nonostante i tagli, lo scorso anno sono cresciuti del 10 per cento, consentendo di mantenere il deficit di bilancio del 2004 al di sotto della previsione del 4 per cento del prodotto nazionale. Dunque Bush, come Reagan, non ha sbagliato a credere alla curva di Laffer: cioè al fatto che riducendo le aliquote, aumentano gradualmente i gettiti fiscali grazie a un virtuoso ciclo di crescita del prodotto e dell’occupazione, che dà più benessere ai cittadini e più soldi allo Stato.

Bush, poi, come Reagan ha di fronte a sé enormi costi militari da sostenere. Allora si trattava di vincere nella guerra fredda contro l’Unione Sovietica, impegnandosi nello scudo spaziale e nelle enormi spese connesse; ora si tratta di vincere contro un terrorismo fondamentalista pronto a colpire l’Occidente in ogni angolo del mondo. E questo scontro ha comportato e comporta tuttora grandi spese: non solo per reggere il fronte iracheno ma anche per sostenere lo sviluppo della tecnologia militare.

Così, dopo il taglio di 150 programmi di spese “non necessarie”, alcune delle quali (come le sovvenzioni al riscaldamento domestico per gli anziani) sarebbero considerate sacre dai compassionevoli progressisti italiani, il deficit per il 2006 rimane ancora al 3,5. E la cifra potrebbe aumentare, se i costi in Iraq saliranno. Quando Reagan presentò i propri bilanci, la sinistra americana spiegò che si trattava di un fallimento della Reganomics. Ma la storia ha dimostrato che, grazie a Reagan, l’America ha fatto crollare il sistema collettivista con una crescita economica senza precedenti. Un obiettivo che Bush non intende mollare. Anche perché non è obbligato a mostrare i bilanci agli ispettori di Bruxelles.

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