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CORREZIONE NERVOSA IN BORSA

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(WSI) – Correzione sull’azionario. La perdita di spinta evidenziata nelle scorse settimane si è risolta nelle ultime sedute con una veloce discesa degli indici azionari dai massimi di periodo. L’impennata della volatilità, col Vix balzato in poche sedute da 18 a 28, conferma il nervosismo crescente degli operatori.

Il Nasdaq Composite non è riuscito a superare la resistenza a 2320 ed è ridisceso velocemente verso 2200. Sono possibili rimbalzi verso 2265 ma finché l’indice staziona sotto tale livello il tono rimane debole, col rischio di una ripresa delle vendite verso 2110/55, la cui rottura darebbe un segnale ribassista per le settimane a venire, con obiettivo il supporto critico in area 2020/40, la cui tenuta (probabile) è essenziale per mantenere un’impostazione positiva per i prossimi mesi.

Il Dow Jones Industrial ha toccato un nuovo massimo di periodo a ridosso della resistenza a 10725, per poi correggere velocemente verso 10150. Sono possibili rimbalzi verso 10500 ma finché l’indice staziona sotto tale livello il tono rimane debole, col rischio di una ripresa delle vendite verso 9950-10000 e quindi a testare il supporto critico a 9750, la cui tenuta (probabile) è essenziale per mantenere un quadro sereno per le prossime settimane.

Dai massimi a 1150 sensibile arretramento anche per l’S&P500, che ripiega verso 1090. Sono possibili rimbalzi verso 1130 ma finché l’indice staziona sotto tale livello il tono rimane debole, col rischio di una ripresa delle vendite verso 1065/80 e quindi a testare il forte supporto in area 1020/40, dove dovrebbero comunque tornare gli acquisti.

Anche se mancano segnali convincenti che le vendite delle ultime sedute siano l’inizio di una fase correttiva marcata, sui livelli correnti sembrano esserci ancora più rischi che opportunità. Come più volte ricordato, per la nota asimmetria della volatilità – molto più elevata nelle fasi ribassiste che in quelle rialziste – a fronte di pochi punti percentuali di possibili rialzi bisogna mettere in conto discese decisamente superiori.
In questo momento è fondamentale concentrarsi su considerazioni di money management: con indici azionari che faticano a proseguire in un bear market rally in essere oramai da 10 mesi – sostenuto più che altro dall’abbondante liquidità – il profilo rischio-rendimento appare deteriorato, per cui acquisti sono ipotizzabili solo sulla debolezza, e solo dopo che il mercato si sarà stabilizzato.

Per le posizioni lunghe ancora aperte se ci fosse un rimbalzo del 2-3% sarebbe opportuno alleggerire ulteriormente l’esposizione. Occasioni di acquisto più interessanti non dovrebbero infatti mancare nelle prossime settimane (e nei prossimi mesi), visto il quadro macroeconomico ancora molto incerto, sia in termini di ripresa dell’attività economica e degli utili aziendali, sia per le dinamiche occupazionali ancora critiche.

Solo dati confortanti che la ripresa economica c’è ed è sostenibile potranno dare al mercato azionario la forza per proseguire nella salita. La finanza ha fatto la sua parte, alimentando il più bel bear market rally degli ultimi decenni, oramai esaurito: ora tocca all’economia reale.

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