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BIOTECH: ATLAS E 3I GROUP PROPONGONO NUOVE IPO

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Due tra i maggiori gruppi europei di venture capital del comparto biotecnologico, Atlas Venture e 3i Group PLC (U.TIG), hanno fatto sapere oggi di non essere spaventati dalla volatilita’ del settore e, quindi, continueranno nei loro piani per portare sul mercato una dozzina di nuove societa’.

L’annuncio, fatto in occasione della conferenza Life Sciences and e-Health organizzata ad Amsterdam, arriva proprio in un periodo estremamente proficuo per il settore visto che nel solo Regno Unito sono in programma per il 2000 ben 18 IPO (Offerte Pubbliche d’Acquisto) del settore – nel 1999 non ce n’era stata neanche una.

In Europa, il comparto, che secondo le due societa’ di venture capital continuera’ ad essere estremamente volatile, si e’ sviluppato nel corso degli ultimi due anni concedendogli cosi’ un buon finanziamento e prodotti in linea con i tempi.

Secondo quanto affermato durante la conferenza di Amsterdam da Robert Zegelaar di Atlas, infatti, se una societa’ e’ solida e produce non vi e’ ragione di posticiparne l’ingresso sul mercato qualunque siano le condizioni del mercato stesso.

Atlas, che ha investimenti in societa’ come la britannica Oxford Glycosciences PLC (U.OXG), la tedesca Morphosys AG (G.MPH) e Xenova Group PLC (XNVA), ha in programma nel breve termine una decina di nuove IPO.

3i Group, tra i cui investimenti si puo’ contare Celltech Group PLC (CLL), Shire Pharmaceuticals Group PLC (SHPGY) e Oxford Asymmetry International PLC (U.OAI), ha appena reso pubbliche Lunedi’ le quotazioni per Weston Medical ed ha concluso di recente il debutto in borsa di Profile Therapeutics PLC (U.PTH).

Secondo Anthony Ross, direttore della divisione di salute di 3i Group, il panorama e’ piu’ favorevole che un tempo visto che gli investitori sono piu’ sicuri sulle scelte da compiere e conoscono meglio il settore dei titoli biotecnologici anche se ancora i gestori di fondi lo considerano troppo rischioso.

Una relazione di Ernst & Young presentata alla conferenza afferma che le societa’ biotecnologiche hanno attualmente piu’ di 60 prodotti in fase di sperimentazione e molti di questi dovrebbero ricevere l’approvazione delle autorita’ entro la fine dell’anno. Questo testimonia una totale differenza dagli anni precedenti in cui si chiedeva agli investitori una fiducia basata su prodotti distanti dalla commercializzazione “anni luce”.

Un problema ancora in discussione rimane quello del mercato sul quale quotare i titoli biotecnologici. Secondo Zelegaar, si sente la mancanza in Europa di un mercato simile al Nasdaq visto che tutti i listini sui quali si possono trovare titoli di questo comparto reagiscono diversamente.

Ernst & Young ha fatto notare che le societa’ del settore biotecnologico siano riuscite a raccogliere 300 milioni di Euro sui mercati europei nel corso del 1999. Tutto questo senza contare il listino di Londra – che conta per il 60% – sul quale, lo ripetiamo, non vi e’ stata nessuna IPO.