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BANCHE E BROKER:I MIGLIORI MA ANCHE I PIU’ ODIATI

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Nessun settore negli Stati Uniti ha registrato una crescita degli utili piu’ rapida e nessun settore e’ piu’ odiato di quello delle banche e delle societa’ di brokeraggio.

I profitti, secondo le previsioni degli analisti, sono aumentati del 120% se si prendono in considerazione tutte le societa’ componenti l’S&P 500, e triplicheranno entro il 2011, facendo ben quattro volte meglio del mercato. Se tali stime dovessero venire confermate, vuol dire che i titoli scambiano ad uno sconto del 15% rispetto all’indice.

Ma questo non e’ sufficiente per tutti quei money manager rimasti scottati dal crollo dell’84% subito dai titoli dal febbraio 2007 a marzo dell’anno scorso, senza contare gli oltre 160 fallimenti bancari negli ultimi due anni. Secondo un sondaggio effettuato da Bank of America, gli istituti finanziari sarebbero i titoli meno preferiti dagli investitori, con il 38% dei 123 money manager interpellati che detiene meno titoli di quelli presenti negli indici di riferimento.

“I titoli valgono troppo poco”, ha detto a Bloomberg Mark Giambrone, fund manager che ha comprato PNC Financial Services Group e i titoli Bank of America per USAA Investment Management, precisando che “ci sono senza dubbio ancora alcuni ostacoli da superare, ma nella maggior parte dei casi sono gia’ rispecchiati nel valore dei titoli”.

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Sinora gli analisti hanno dimostrato di averci preso, con l’indice settoriale dei finanziari dell’S&P che ha guadagnato il 15% nel 2009. Jennifer Thompson, che emette rating per la newyorchese Portales Partners LLC, ha guadagnato il 31% negli ultimi due anni, otto volte i guadagni di tutte le aziende su cui ha una copertura. L’analista prevede che PNC e Fifth Third Bancorp siano destinate a mettere a segno un rally notevole.

Gli analisti sono maggiormente rialzisti sui bancari di quanto non lo siano su qualsiasi altro settore. Le previsioni si basano sul rapporto tra prezzo azionario e utili, secondo cui il settore si rendera’ protagonista di un’accelerazione del 14%. Un rialzo di questo tipo allungherebbe il rally dei titoli del 145%, iniziato a marzo 2009 sulla scia del miglioramento dei dati macroeconomici e del salvataggio degli istituti Citigroup e AIG.

Negli ultimi 10 mesi il comparto e’ quello che ha guadagnato di piu’, con il benchmark settoriale che ha accumulato guadagni pari al 2.7% nella sola settimana scorsa, chiudendo l’8 gennaio a quota 1144.98 punti. Va sottolineato pero’ che l’indice dei finanziari, composto da 78 societa’ tra banche, broker e compagnie di assicurazione, resta in calo del 60% dalle punte massime toccate a febbraio 2007.

I ribassi risultano due volte piu’ consistenti di quelli subiti dall’S&P 500, che ha perso il 27% da ottobre 2007, quando e’ scoppiata quella crisi dei mutui subprime che tutti conosciamo e che ha provocato $1710 miliardi di perdite e svalutazioni per gli istituti finanziari, portando al collasso di societa’ del calibro di Lehman Brothers e Bear Stearns.

Se da un lato e’ indubbio che gli investitori hanno bisogno di avere ulteriori certezze prima di tornare ad acquistare a piene mani titoli del settore, eventuali nuove perdite derivate dalle attivita’ sui mutui e nell’immobiliare commerciale e’ gia’ rispecchiato nella maggior parte dei valori dei titoli in Borsa.

A questo proposito Mark Bronzo, fund manager di Security Global Investors, ha le idee chiare: “se dovessi scegliere da quale parte stare, aumenterei l’esposizione ai titoli bancari, perche’ quando un settore e’ cosi’ poco richiesto e i rischi sono alla luce del sole, essendone tutti consapevoli, allora ci sono notevoli margini al rialzo.”