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ARGENTINA: INDISCUTIBILE IL SUCCESSO DEL CONCAMBIO

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BUENOS AIRES, 10 MAR – Il presidente Nestor Kirchner ha assicurato che “il successo del concambio dei bond in default è indiscutibile”, e ribadito ancora una volta che “é assolutamente impossibile” che si riapra l’operazione per i creditori che non hanno aderito allo swap.

In un’intervista ad un canale televisivo di Buenos Aires, andata in onda ieri sera, il capo dello stato ha anche sostenuto: “Quando diciamo al mio amico Rodrigo Rato (il titolare del Fondo monetario internazionale ndr.) che stiamo avviandoci verso la normalizzazione dell’Argentina, vogliamo anche dirgli che non siamo disposti ad accettare estorsioni o pressioni che impediscano la governabilità del paese”.

In proposito, Kirchner ha fatto riferimento anche ai vari passi – in pratica sia nell’ambito dell’Fmi che del G 7 che ricorrendo all’Icsid, l’organismo arbitrale della Banca Mondiale – intrapresi dalle multinazionali che pretendono da tempo un aumento delle tariffe dei servizi pubblici che gestiscono nel paese, avvertendo: “Dovranno abituarsi al fatto che devono adeguarsi alle leggi argentine. Quelle che vorranno lavorare in Argentina che lavorino.

In caso contrario sanno cosa devono fare”. Insomma, secondo gli analisti, una specie di “prendere o lasciare”, che nel loro caso sarebbe andarsene dal paese, già messo in atto nei confronti dei creditori con bond in default.

Intanto, oggi, Carlos Sarazaga, direttore dell’Istituto per gli affari latinoamericani della Riserva Federale di Dallas, Usa, interpellato da una radio di Buenos Aires sul tema del concambio, ha assicurato: “Il Fondo monetario è stato dislocato dal centro della scena. In termini calcistici non è più un arbitro, ma solo un guardialinee”.

“L’arbitro vero è il mercato”, ha aggiunto il funzionario. Sarazaga ha infine sostenuto che “l’eccessivo indebitamento dell’Argentina negli Anni ’90 e’ legato all’Fmi che, in questo modo, ha sussidiato speculazioni finanziarie”. “Pur se questo é un punto di vista semplicistico della questione è quello che prevale nel governo degli Stati Uniti”, ha concluso l’alto funzionario della Riserva Federale. (ANSA)