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ALTRO CHE PROFITTI, QUI C’E’ VALORE

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(WSI) – Nell’occhio del ciclone per gli insufficienti investimenti in innovazione, sotto accusa per la scarsa competitivita’, fanalino di coda del sistema industriale europeo: non sono tempi facili per le imprese italiane. Eppure, in un contesto cosi’ difficile, le nostre grandi imprese nel 2004 hanno dimostrato di saper crescere in termini quantitativi (fatturato), riuscire ad aumentare la propria redditivita’ (utile netto) e spesso di avere anche creato valore per i propri azionisti.

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Lo confermano i risultati della ricerca Ranking 2005 condotta, come ogni anno, da Ambrosetti Stern Stewart Italia (Assi), in base alla quale le aziende incluse nell’indice S&P/Mib 40 della Borsa di Milano, nel corso del 2004, hanno visto i loro ricavi complessivi passare da 351 a 377 miliardi di euro, mettendo a segno un deciso +7,5%. Anche gli utili sono saliti da 19 a 27 miliardi di euro, il che significa un aumento del 42% su base annua. Le piu’ dinamiche sono state le societa’ del comparto finanziario (banche e assicurazioni) che hanno visto i propri utili lievitare del 60%, mentre le altre imprese (servizi e industria) hanno messo a segno un aumento del 35%.

Piu’ risultati e prospettive. Le principali aziende quotate sono state in grado di migliorare fatturati e utili, ma anche di garantire miglioramenti della performance gestionale Eva, un acronimo che significa Economic value added. “E’ una misura di risultato piu’ severa rispetto all’utile, poiche’
include anche la remunerazione dell’investimento degli azionisti, ovvero il patrimonio netto” spiegano Marco Visani, Carlo Paoloni e Michele Zannini che hanno curato la ricerca.

Risultati positivi che hanno spinto il mercato a migliorare, rispetto alle attese incorporate nei prezzi a fine 2003, le stime di crescita futura di 30 di queste societa’ (in questo caso il valore di riferimento e’ l’Mva, ovvero Market value added). Per le altre il mercato ha espresso giudizi piu’ cauti, il che non significa che queste aziende non cresceranno, ma che lo faranno a ritmi piu’ bassi rispetto a quanto il mercato scontava un anno fa.

Eni superstar. In cima alla lista delle societa’ che hanno visto accrescere le attese del mercato sulle performance gestionali future c’e’ l’Eni. La multinazionale guidata fino a una settimana fa da Vittorio Mincato nell’ultimo anno ha visto i ricavi aumentare del 13% con utili a 7,3 miliardi di euro (+30%). “La congiuntura macroeconomica in questo caso ha sicuramente contribuito al miglioramento dei risultati visto che il prezzo medio del Brent nel 2004 e’ stato di 38,2 dollari al barile il che significa +32,5% rispetto al 2003” commenta Visani “ma va anche detto che questi brillanti risultati sono stati conseguiti senza trascurare la crescita: Eni ha effettuato investimenti significativi con l’obiettivo di sostenere lo sviluppo del business nel lungo periodo”.

Operazioni che hanno confermato la fiducia del mercato anche per il prossimo anno. Cosi’ come e’ accaduto per Banca Intesa, dove l’indicatore Eva “ha evidenziato la trasformazione del gruppo da distruttore a produttore di valore nel 2004, con un incremento di circa 600 milioni rispetto al 2003 e addirittura 1,5 miliardi sul 2002”. La societa’ guidata da Corrado Passera ha raggiunto ottimi risultati anche in termini di utile netto consolidato (+55% sul 2003). “Il mercato ha apprezzato molto gli sforzi fatti dal gruppo bancario” spiega Zannini “al punto che Intesa ha migliorato in misura significativa la creazione di valore del mercato che registra una crescita di 3,4 miliardi di euro e che incorpora fiduciose aspettative di miglioramento della performance futura”.

Scende l’Mva di Unicredit. Ma ci sono anche societa’ per le quali il mercato ha rivisto al ribasso le attese di crescita per il futuro, allineandole alla performance corrente. Una di queste e’ Fastweb. L’azienda nel 2004 e’ cresciuta e si e’ consolidata nel settore delle telecomunicazioni e dei servizi a banda larga: gli abbonati sono aumentati del 50% garantendo una crescita dei ricavi del 36%. “Ma il settore in cui opera l’azienda milanese e’ ad altissima competizione. Inoltre il modello di business capital intensive di Fastweb ne aumenta il profilo di rischio. Da qui la maggiore cautela del mercato” commentano gli analisti di Assi.

Anche Unicredit vede ridursi l’indicatore Mva: ai prezzi di fine 2004, il mercato sconta miglioramenti minimi rispetto all’eccellente performance gestionale corrente. Il gruppo bancario capeggiato da Alessandro Profumo sta portando avanti una politica di espansione in Europa dell’Est. Ma il mercato “non sembra scontare le grandi opportunita’ di business che deriverebbero da una rapida convergenza di queste zone con l’area euro” spiega Paoloni.

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