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ALERT BORSE: CHE SUCCEDE QUANDO
IL CICLO E’ MATURO?

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*Financial Trend Analysis e’ una societa’ che opera nel settore dell’Analisi Tecnica. Le analisi di borsa qui pubblicate non implicano responsabilita’ alcuna per Wall Street Italia, che notoriamente non svolge alcuna attivita’ di trading e pubblica tali indicazioni a puro scopo informativo. Si prega di leggere, a questo proposito, il disclaimer ufficiale di WSI.

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(WSI) –
Dopo sei anni caratterizzati dalla politica degli “interessi zero” la Banca del Giappone ha alzato i tassi di interesse dallo zero allo 0,25%. Lo spettro della deflazione si è quindi ormai dissolto, e l’istituto centrale nipponico si è mosso per evitare il rischio di un surriscaldamento dell’economia dopo i segnali di ripresa apparsi sulla fine dell’anno scorso.

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L’economia giapponese convince gli investitori, se è vero che alcune delle maggiori imprese del paese, Honda e Toshiba, hanno annunciato l’apertura di nuovi impianti proprio in Giappone. Se da un lato quindi la conferma delle buone prospettive per la crescita dell’economia a livello globale non può che rassicurare i risparmiatori, che potranno contare su di un proseguimento della stagione della crescita degli utili aziendali, dall’altro l’aumento dei tassi di interesse nell’area del Pacifico potrebbe comportare una nuova allocazione all’interno dei portafogli degli investitori, con un aumento della componente giapponese, sia azionaria che obbligazionaria, ovviamente a scapito di altre aree geografiche.

In ogni caso il mutamento di politica intrapreso dalla BoJ si inserisce nell’ambito di una tendenza ormai consolidata a livello globale: negli ultimi mesi sono state infatti sedici le banche centrali che hanno aumentato il costo del denaro nel tentativo di cercare di contenere le spinte inflazionistiche causate dai nuovi picchi raggiunti dal petrolio e dalle materie prime. Con tempistiche leggermente diverse le diverse aree geografiche stanno quindi raggiungendo la fase matura dell’espansione del ciclo economico, quella durante la quale l’istituto di emissione si vede appunto costretto ad innalzare i tassi di interesse per evitare che una aumento troppo sostenuto della crescita comporti il lievitare delle pressioni sui prezzi al consumo.

Per gli investitori si tratta, una volta riconosciuta la natura della attuale fase del ciclo, nella parte matura della espansione ma ancora ben lontano dall’avvio di una fase di contrazione, come testimonia il dato sulla produzione industriale americana a giugno (+0.8% m/m dopo il +0.1% del mese precedente, decisamente superiore al +0.4% atteso dagli economisti), di adattare la propria presenza sui mercati azionari alle mutate condizioni, andando a ridurre parzialmente l’esposizione sui mercati maggiormente “maturi” in termini di crescita economica (e quindi di livello di tassi di interesse raggiunti), come ad esempio quello americano o quello canadese ed australiano, per spostarsi su quelli dove per il momento il livello dei tassi di interesse è ancora relativamente basso, come appunto in Giappone od in Europa.

Nel loro complesso le borse, rappresentate dall’indice MSCI World (l’indice Morgan Stanley Capital International che mostra l’andamento delle azioni di 23 paesi, riconosciuto benchmark quando si parla di borsa “mondiale”), sono tornate con i picchi raggiunti quest’anno a maggio 2006 in area 1050 su valori che non si vedevano dalla seconda metà del 2000 e tuttora, nonostante la recente flessione, si mantengono ben al di sopra del valore medio del 2005, di circa 890. In termini globali quindi il quadro che si può dipingere per i listini rimane positivo.

La tendenza dell’MSCI World rimane per il momento al rialzo, e solo la violazione del forte supporto dei 900 punti, 50% di ritracciamento del rialzo dai minimi dell’agosto 2004 potrebbe fare sorgere dei dubbi concreti sulla tenuta dell’uptrend, almeno nel medio termine. In quel caso il rischio di proseguimento del ribasso sarebbe consistente, almeno fino al prossimo ottobre/novembre, periodo durante il quale la stagionalità dovrebbe tornare in ogni caso favorevole alla crescita dei listini.

In generale quindi il risparmiatore potrà rimanere investito sui mercati azionari almeno fino a quando l’indice mondiale si manterrà al di sopra dei 900 punti, con una prospettiva di ulteriore crescita dei listini del 12% circa, con i prezzi diretti a testare i massimi del 2000. In termini di forza relativa rispetto all’indice MSCI mondiale la borsa Usa, rappresentata dallo S&P500, mostra un trend in media decrescente da 18 mesi circa. Questo non significa necessariamente che il paniere costituito dai maggiori 500 titoli della borsa di New York continuerà a deprezzarsi in futuro come ha fatto negli ultimi due mesi.

Una forza relativa decrescente implica infatti solo che il listino americano sottoperforma le borse mondiali nel loro complesso. Sarebbe comunque solo la violazione del supporto di area 1190 da parte dello S&P500 a mettere in difficoltà il proseguimento dell’uptrend in atto da agosto 2004, indicando che la fase di ribasso in atto dal top di maggio è qualche cosa di più di una semplice correzione tecnica.

Di segno opposto invece la condizione in termini di forza relativa dell’indice Eurostoxx, che rispetto all’MSCI World evidenzia una tendenza di rialzo da due anni circa. Le borse europee quindi nel complesso sono state in grado negli ultimi mesi di fare meglio rispetto al benchmark mondiale, una situazione questa che sembra poter continuare anche in futuro.

Condizione perchè l’indice possa crescere anche nei prossimi mesi è che i prezzi rispettino il supporto di area 320, trend line rialzista tracciata dal minimo di marzo 2003. Nei confronti della borsa giapponese, considerando l’indice Topix, che grazie alla sua composizione permette di ottenere una piena copertura del mercato azionario nipponico (il 96% della capitalizzazione di tutte le azioni quotate) il contesto di forza relativa evidenzia una fase di sostanziale neutralità fino all’agosto 2005, periodo durante il quale si è avviato un deciso trend rialzista.

Anche in questo caso come per l’Eurostoxx si può quindi affermare che l’indice sovraperforma, in media, l’andamento della borsa mondiale nel suo complesso. Tale tendenza è più recente tuttavia rispetto a quella evidenziata dalla borsa europea, e quindi è possibile che abbia ancora un potenziale di crescita inespresso maggiore. Il rialzo della borsa giapponese è nelle condizioni di continuare fino a che il Topix si manterrà al di sopra dei 1300 punti, area di transito della trend line rialzista tracciata dal minimo dell’aprile 2003. In questo caso i prezzi potrebbero tentare di mettere alla prova ancora una volta area 1760, già massimi del 2000 testati in corrispondenza con il top di aprile.

L’analisi della situazione della forza relativa sembra quindi confermare le ipotesi fatte in precedenza. Anche se il trend rialzista di fondo dei principali indici mondiali non appare compromesso, le prospettive di crescita future sembrano privilegiare le aree che ancora possono contare su tassi di interesse più ridotti.

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