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AIRBAG NIKKEI, SHORT SUL MERCATO GIAPPONESE

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*Pierpaolo Scandurra è Managing Director di www.certificatiederivati.it. I suoi commenti non implicano responsabilita’ alcuna per Wall Street Italia, che notoriamente non svolge alcuna attivita’ di trading e pubblica tali indicazioni a puro scopo informativo. Si prega di leggere, a questo proposito, il disclaimer ufficiale di WSI.

(WSI) – Per il mercato giapponese il mese di settembre non è iniziato nel migliore dei modi: con un calo di quasi 4 punti percentuali l’indice Nikkei è scivolato martedì ai minimi degli ultimi cinque mesi poco al di sopra dei 12400 punti. A pesare sulla piazza azionaria nipponica sono soprattutto i timori legati all’inflazione alimentata dal prezzo del petrolio. Tuttavia i minimi di marzo sembrano per il momento reggere e così per chi volesse dedicare parte del proprio portafoglio al mercato asiatico si segnala un Airbag Certificate dell’olandese Abn Amro che il prossimo 30 gennaio giungerà alla sua naturale scadenza.

Il certificato, che in fase di emissione aveva rilevato in 16460,68 punti indice il livello iniziale e in 13168,54 punti il livello di protezione, si presenta allo stato attuale come uno strumento competitivo nel confronto con un certificato benchmark o un ETF . Vediamo il perché partendo dalla teoria che regola il calcolo dell’importo di rimborso di questa particolare tipologia di certificato. A scadenza, qualora il livello del sottostante dovesse essere maggiore del livello rilevato in fase iniziale, si percepirà il rimborso del nominale maggiorato della percentuale di apprezzamento ( totale se la partecipazione è fissata al 100%, parziale se inferiore).

In caso di livello finale inferiore a quello iniziale ma superiore al livello di protezione si riceverà il rimborso del solo nominale. Infine nell’ipotesi peggiore di livello finale dell’indice inferiore anche al livello di protezione , il rimborso sarà calcolato moltiplicando la parte di capitale non intaccata dalle perdite per quello che viene definito “rapporto Airbag”. La comprensione degli scenari prospettati sarà certamente più agevole aiutandoci con degli esempi concreti.

Quindi, partendo dai livelli sopra descritti e stando alla quotazione corrente dell’Airbag, pari a 90,55 euro in lettera, e dell’indice , pari a 12637,9 punti, ecco cosa potrebbe accadere alla data di scadenza. Se si ipotizza che l’indice Nikkei 225 chiuderà tra cinque mesi sui valori attuali, ovvero in area 12600 punti, verranno rimborsati 95,675 euro per certificato e il risultato sarà quindi di un guadagno del 5,65%. Ma come ci si arriva a calcolare questo importo di rimborso? Partendo dai 100 euro nominali si sottrae la performance negativa dell’indice ( il 23,46%) e i 76,54 euro risultanti si moltiplicano per il rapporto Airbag che per questa emissione è un numero pari a 1,25.

Se si crede che l’indice Nikkei 225 sarà in grado di recuperare i 13168,54 punti del livello di protezione ( e per farlo sarà sufficiente un rialzo del 4,2% da adesso) i 100 euro di rimborso consentiranno di elevare al 10,43% il rendimento dai 90,55 euro investiti.

Se l’indice dovesse però innescare la marcia al rialzo, finendo a scadenza al di sopra dei 14000 punti, il rimborso sempre fermo sui 100 euro nominali ( solamente il rialzo eccedente dallo strike di 16460,68 verrebbe riversato nella misura del 90% sul nominale) avrebbe l’effetto di zavorrare il rendimento dell’Airbag rispetto all’indice e ad altri strumenti lineari.

Se infine l’indice dovesse proseguire al ribasso, fino agli 11800 punti non si subirebbe alcuna perdita dai 90,55 euro investiti. Solamente al di sotto di tale livello, e quindi con un calo di oltre il 7% dai valori correnti, si inizierebbe a perdere. Nell’ipotesi che il Nikkei si fermi a 10000 punti , che vorrebbe dire perdere ancora il 21% nei prossimi cinque mesi, il rimborso pari a 76 euro limiterebbe la perdita in conto capitale al 16%.

Alla luce di quanto descritto il rischio di fare peggio dell’indice , e quindi di qualsiasi strumento a gestione passiva ad esso agganciato, è limitato ad un solo scenario sui quattro possibili. E volendo misurare questo rischio fino alla punta estrema della mancata partecipazione al rialzo, si consideri che qualora il Nikkei dovesse realizzare al termine dei prossimi cinque mesi un rialzo del 30% il guadagno che si otterrebbe dal certificato sarebbe limitato al 10,43%. Attenzione dunque a rimanere fermi sul certificato se l’indice dovesse superare a spron battuto il livello di protezione.

Ben più nutrita è la lista dei vantaggi offerti da questo certificato. A partire dai tre scenari sui quattro possibili che darebbero modo di far meglio dell’indice ( basti pensare che in assoluta assenza di variazioni dai livelli odierni si incasserebbe un guadagno del 5,65% , pari ad un 13,93% annualizzato semplice calcolato su base 360 gg) passando per la tranquillità di non doversi preoccupare delle oscillazioni del tasso di cambio euro/yen ( il certificato è infatti Quanto) , finendo con l’opportunità di poter incassare l’auspicato rendimento anche prima della scadenza grazie alla quotazione in continua sul Sedex. A tal proposito si consideri che all’approssimarsi della scadenza, laddove la volatilità dovesse essere a livelli contenuti e il livello dell’indice al di sopra del livello di protezione, la quotazione del certificato tenderebbe ad allinearsi ai 100 euro di rimborso.
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