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Wto, esportatori agricoli a confronto in Australia

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Il blocco dei 18 maggiori Paesi esportatori agricoli è riunito da ieri a Cairns in Australia, nel ventesimo anniversario della sua costituzione, con il principale obiettivo di far ripartire i colloqui mondiali sulla liberalizzazione degli scambi, nonostante la ferma opposizione dell’Unione europea e degli Usa, che non intendono rinunciare a sovvenzionare i propri produttori agricoli. Il rilancio dei negoziati è considerato essenziale dai Paesi in via di sviluppo per sollevare dalla povertà milioni di persone, ha detto nel suo intervento di apertura il ministro australiano del commercio, Mark Vaile. Il piano che il “Gruppo di Cairns”, guidato dall’Australia, si prepara ad approvare, aumenterà la pressione sugli Usa, l’Ue e gli altri Paesi sviluppati, perché si superi lo stallo nei negoziati sulle misure di protezione del commercio agricolo, e riprendano i negoziati di Doha dell’Organizzazione mondiale del commercio (Wto), sospesi dalla fine di luglio per i disaccordi su come ridurre i sussidi agricoli e le tariffe.
Secondo il piano ora in discussione, l’Ue dovrebbe accettare di migliorare del 5 per cento la sua offerta di ridurre le tariffe agricole, mentre gli Usa dovrebbero tagliare i propri sussidi agricoli di 5 miliardi di dollari Usa (circa 3,9 miliardi di euro). Partecipano alla riunione il direttore generale del Wto, Pascal Lamy, nonché la rappresentante americana al commercio, Susan Schwab e il segretario americano all’agricoltura, Mike Johanns, ma l‘Ue è rappresentata soltanto dal suo ambasciatore in Australia, avendo il commissario al commercio, Peter Mandelson, rifiutato l’invito del ministro australiano del commercio, Mark Vaile. Un’assenza che può essere attribuita in particolare alle nette divergenze di vedute tra l’Ue e il gruppo di Cairns, che provvede a un quarto delle esportazioni agricole mondiali e che, spesso, ha duramente criticato l’Europa per il suo protezionismo agricolo.