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WORLDCOM: IL MERCATO SCOMMETTE SUL RILANCIO

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Dopo aver dato luogo alla piu’ grande bolla speculativa della storia, con un crollo azionario pari a 10 volte quello dei titoli Internet, l’industria delle telecomunicazioni e’ al centro di un rinnovato interesse da parte degli investitori.

Emblema del nuovo clima che avvolge il comparto e’ WorldCom, ex colosso telefonico su lunga distanza, attualmente in amministrazione controllata con debiti per $41 miliardi.

E’ di ieri sera la notizia che la societa’ fondata da Bernie Ebbers ha raggiunto un accordo parziale con la Securities and Exchange Commission sulla causa per frode intentatale dalla Consob americana. Secondo l’accusa, WorldCom sarebbe responsabile di aver gonfiato di $9 miliardi i profitti dall’inizio del 1999 alla meta’ del 2002.

In base all’intesa con la Sec, il gruppo, che dovra’ comunque pagare una multa per svariati milioni di dollari, si impegna a non intraprendere attivita’ fraudolente, a consentire che un organo di controllo esterno ne monitorizzi la gestione e i libri contabili e a migliorare la cultura etica dei propri dipendenti.

L’accordo, che secondo gli analisti consentira’ a WorldCom di uscire dal Chapter 11 gia’ nella prima meta’ del 2003, e’ l’ultima di una serie di buone notizie che potrebbero rilanciare l’azienda.

La recente nomina ad amministratore delegato di Michael Capellas, ex numero uno di Compaq e, in seguito alla fusione, presidente di HPQ, ha sicuramente contribuito a restituire agli investitori la fiducia sul ritorno dell’ex gigante telecom tra i big della telefonia. In una dichiarazione rilasciata agli organi di stampa, Capellas si e’ detto fiducioso di poter restituire al gruppo il suo ruolo di “world-class competitor”.

La possibilita’ che l’ex sindaco di New York Rudolph Giuliani assuma la presidenza del gruppo, conferendo cosi’ ad esso un’impronta di trasparenza e sobrieta’, hanno ulteriormente diffuso tra gli operatori la sensazione che la partita sia ancora aperta.

La rinnovata fiducia sulla rinascita di WorldCom e’ testimoniata dai recenti rialzi messi a segno dai corporate bond: le quotazioni sono infatti passate dagli $0,10-$0,15 per ogni dollaro di valore nominale di fine estate ai recenti $0,27. E per la divisione MCI Communications il prezzo e’ arrivato addirittura a $0,55 per dollaro.

Nonostante sia improbabile che i sottoscrittori dei $24 miliardi di obbligazioni emessi vengano rimborsati, numerosi investitori scommettono sulla possibilita’ che, alla fine del Chapter 11, WorldCom paghera’ almeno $0,40-$0,50 per ogni dollaro di valore nominale. Il pagamento dovrebbe concretizzarsi attraverso la conversione delle obbligazioni in nuove azioni della societa’.

Anche i fondamentali del gruppo risultano piuttosto allettanti. Nel terzo trimestre 2002 il margine operativo lordo annualizzato (il reddito prima degli interessi, tasse, deprezzamento e ammortamento) si e’ attestato a $4,8 miliardi. Il fatturato annualizzato di settembre e’ di $28 miliardi, non molto lontano dai $35 miliardi registrati nel 2001.

Dal momento che la societa’ non sta pagando gli interessi sul debito e ha drasticamente ridotto la spesa in investimenti capitali, la situazione della liquidita’ risulta molto positiva. Al bilancio del 30 settembre, infatti, la cassa ammontava a $1,4 miliardi.

Sono molti, insomma, gli elementi che fanno pensare che WorldCom sara’ in grado di superare con successo il momento di crisi. Gli investitori devono tuttavia essere consapevoli dello scarso livello di liquidita’ presente al momento sui titoli del gruppo, nonche’ dei numerosi e imprevedibili rischi che un procedimento di amministrazione controllata comporta.