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WikiLeaks non e’ piu’ online, staccata la spina ai server

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Prima contromossa contro il sito di Julian Assange Wikileaks, dopo che Amazon.com ha interrotto il contratto di hosting, per le enormi pressioni politiche ricevute dal governo degli Stati Uniti. Il chairman della commissione per la sicurezza nazionale Usa, il senatore Joe Lieberman, aveva chiesto il boicottaggio di WikiLeaks.

Il sito principale e alcuni sotto-siti sui quali tre giorni fa e’ avvenuto il download di decine di migliaia di dispacci diplomatici della rete interna al Dipartimento di Stato Usa, non erano accessibili in serata ne’ dagli Stati Uniti ne’ dall’Europa, in quanto i server su cui era allocato l’hosting di Amazon.com, la libreria online e colosso internet, rifiutavano l’accesso. Il sito e’ disponibile pero’ in altri paesi, tra cui la Svezia, da dove continua a essere operativo con i propri DNS. Poco dopo il blackout Usa WikiLeaks ha inviato un tweet in risposta: “I server di WikiLeaks su Amazon fatti fuori. Liberta’ di espressione nella terra dei liberi – va bene i nostri $ adesso saranno spesi per impiegare gente in Europa”.

“La decisione di Amazon di tagliare fuori WikiLeaks e’ il passo giusto e dovrebbe stabilire lo standard per altre aziende americane che WikiLeaks ha utilizzato per distribuire illegalmente materiale sequestrato”, ha detto Lieberman. “Chiedo – ha aggiunto l’influente senatore americano – che qualsiasi altra organizzazione o societa’ che ospita WikiLeaks cessi immediatamente qualsiasi relazione con loro”.