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Wikileaks: dimenticate la vostra privacy, ormai siamo tutti spiati

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Ragnatele elettroniche capaci di imprigionare milioni di miliardi di dati ogni giorno. Tutto può essere sorvegliato, non c’è scampo: dai telefoni ai computer, le tecnologie a cui affidiamo la nostra quotidianità possono trasformarsi in traditori che riferiscono ogni cosa.

Colpa soprattutto della Rete, dove viaggiano le informazioni sulla nostra vita ma che ormai è affollata di spioni d’ogni genere. Una sorta di Grande Fratello orwelliano che non ha più limiti operativi: si può entrare dovunque. Il nostro pc può diventare una telecamera che ci riprende nei momenti più intimi, la nostra posta può essere letta e c’è persino il modo di modificare i nostri sms prima che arrivino al destinatario.

Le intercettazioni di telefoni e mail, ma anche pedinamenti satellitari e depistaggi via Web ormai sono un affare da cinque miliardi di dollari l’anno. Gli Stati sono i committenti principali, ma le operazioni sono condotte direttamente da aziende private che mettono i loro servizi a disposizione di democrazie e dittature. In molte occasioni, poi, giocano sporco. Perché in questo bazar mondiale dello spionaggio si può trovare di tutto.

SENZA DIFESE.
Che la privacy ormai sia un’illusione è una consapevolezza diffusa. Ora però si può trasformare questa sensazione in certezza grazie a un nuovo giacimento di documenti riservati che WikiLeaks ha ottenuto e che “l’Espresso” pubblica in esclusiva per l’Italia.

Si tratta di centinaia di “Spy Files” con le prestazioni offerte dalle società di sorveglianza elettronica di tutti i Paesi. E’ un database choccante, un colossale catalogo di come la vita di chiunque possa essere “rubata”, copiata e analizzata in modo automatizzato. Ovunque e comunque.

Ci sono ditte come la sudafricana Vastech, che garantiscono ai loro clienti di “poter monitorare tutte le comunicazioni internazionali e regionali via satellite e via telefono che avvengono in tutto il Paese”. Altre come la tedesca Elaman che spiegano come ormai l’immagazzinamento dei dati intercettati non sia più un problema e che, analizzandoli, “i governi possono localizzare un individuo, le persone a lui associate e i membri di un gruppo, come gli oppositori politici”.

Ancora più inquietanti le brochures della spagnola Agnitio: mostrano cellulari disegnati come marionette, che i congegni dell’azienda possono completamente manipolare, cambiando il contenuto degli sms prima che vengano inoltrati, inviando falsi messaggi da qualsiasi utenza e facendo arrivare chiamate da qualunque cellulare, vero o inesistente. Una singola ditta promette di tenere sotto controllo centomila telefoni contemporaneamente, grazie alla mostruosa possibilità di accatastare dati e poi frugarci dentro.

E negli “Spy files” di WikiLeaks l’Italia si mostra all’avanguardia dal punto di vista tecnologico, presentando prodotti insidiosi che poi spesso vengono scatenati fuori da ogni regola. Noi siamo il Far West dello spionaggio privatissimo: lo dimostrano vicende come il sistema Trojan a disposizione di Luigi Bisignani, capace di infilarsi nei computer di personaggi da tenere sotto controllo.

L’Italia è l’unico Paese occidentale dove il principale operatore telefonico aveva una squadra di hacker che penetrava nella mail di giornalisti ostili, come ha fatto il Tiger Team di Telecom nei confronti del vicedirettore del “Corriere della Sera” Massimo Mucchetti. E siamo un Paese dove si è scoperto un mercato nero di tabulati telefonici venduti da personale delle forze dell’ordine a prezzi persino modici.

TRADITI DALLA RETE.
La sorveglianza sulla vecchia telefonia, fissa o mobile, è già superata. Adesso la chiave di tutto è la Rete, a cui si agganciano pure i cellulari d’ultima generazione: ogni 60 secondi sulWeb passano 168 milioni di e-mail, 370 mila telefonate via Skype, 98 mila tweet, 694.445 ricerche su Google, 1.500 nuovi post dei blog, 600 nuovi video caricati su YouTube.

Un diluvio di dati che racconta tutto di noi: la nostra routine quotidiana, i viaggi che prenotiamo, i regali che acquistiamo, chi sono i nostri amici, quali emozioni ci scambiamo. Ormai le nostre esistenze sono digitali. E possono essere rubate con enorme facilità: furti singoli o razzie di massa.

Prima delle Torri Gemelle gli imprenditori che si occupavano di questo settore erano pochissimi, poi nel massimo segreto il business è esploso e adesso vale ogni anno cinque miliardi di dollari. Il silenzio sull’industria dell’info-vigilanza viene difeso in tutti i modi: qui affari privati e interessi nazionali si fondono. Ma l’organizzazione creata da Julian Assange è riuscita ancora una volta a superare le barriere di segretezza.

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