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Wall Street vuole chiudere gennaio in bellezza, M&A in fermento

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Parte bene ma non benissimo l’ultima seduta di gennaio, in particolare per effetto degli ultimi dati sui consumi e alla trimestrale di Exxon Mobil. L’S&P 500 non riesce a chiudere il mese in rialzo a gennaio dal 2007, ma come stanno le cose dovrebbe farcela a meno di scivoloni improvvisi. Finora i guadagni sono pari all’1,5%. Il Dow Jones avanza dello 0,21%, come il Nasdaq, mentre l’S&P guadagna lo 0,45%.

Gli investitori sembrano dunque propensi a tornare a fare acquisti dopo la battuta d’arresto di venerdi’. Il rinnovato interesse per l’azionario e’ stato alimentato in parte dall’alleviarsi delle preoccupazioni circa la situazione critica dell’Egitto, che oggi si e’ visto tagliare il rating sul credito dall’agenzia di rating Moody’s.

Nel valutario intanto si segnala una rotazione di portafoglio fuori dagli investimenti in dollaro, con il biglietto verde che cede mezzo punto percentuale contro le sei principali valute rivali. L’euro nel frattempo e’ aiutato dalle notizie riguardanti l’inflazione a dicembre nell’are Ue.

I dati macro hanno evidenziato che anche nell’ultimo mese del 2010 le spese al consumo sono cresciute piu’ dei redditi. Alle 15.45 italiane sara’ la volta della pubblicazione del Chicago PMI. In ambito di trimestrali la scena e’ stata rubata da Exxon Mobil.

La componente del Dow ha registrato un rialzo del 53% dei profitti nell’ultimo trimestre, facendo meglio delle attese, mentre il fatturato si e’ attestato a $103 miliardi. Ha deluso invece Illinois Tool, anche se ha emesso un outlook che fa ben sperare per il trimestre in corso.

Sotto i riflettori finisce anche il colosso dell’alluminio Alcoa, che si e’ aggiudicata le attivita’ aerospaziali di TransDigm per $240 milioni. Sempre in ambito di notizie di M&A, Prologis e AMB Property hanno deciso di fondersi, con l’operazione che verra’ completata nel secondo trimestre di quest’anno. Massey Energy verra’ acquistata da Alpha Natural Resources alla cifra di 69,33 dollari per azione, una somma che rappresenta un premio di circa il 20% sul prezzo di chiusura dei titoli MEE nell’ultima seduta della settimana scorsa.

Sugli altri mercati, i futures con scadenza marzo segnano un ribasso dello 0,73% a $88,69 il barile. I contratti con scadenza analoga dell’oro cedono l’1,25% a $1.334,9 l’oncia. Sul fronte valutario l’euro guadagna lo 0,63% a $1,3709. Quanto ai Treasury, il rendimento sul decennale vale 3,35% in progresso di 2,6 punti base.