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WALL STREET: VOLATILITA’ E INCERTEZZA SUI MERCATI

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Seduta’ fortemente volatile per gli indici azionari a dimostrazione della forte incertezza che sta dominando sui mercati. Alle buone notizie macroeconomiche ha fatto da contraltare il balzo del greggio, schizzato vicino ai massimi di 4 mesi, oltre i $66 al barile. Il Dow Jones e’ avanzato dello 0.39% a 12348, l’S&P500 dello 0.37% a 1422, il Nasdaq ha guadagnato lo 0.03% a 2417.

A spingere i listini in avvio erano stati in primo luogo gli ultimi aggiornamenti economici. Nel quarto trimestre il Pil degli Usa ha registrato un rialzo del 2.5%, superiore alle attese degli analisti (+2.2). Le pressioni inflazionistiche, inoltre, non hanno mostrato alcun segnale di ripresa (l’indice dei prezzi al consumo e’ stato addirittura rivisto al ribasso dello 0.1%). Positiva anche la dinamica del comparto del lavoro. La scorsa settimana le nuove richieste di sussidio da parte dei disoccupati sono scese di 10 mila unita’ ai minimi livelli di oltre due mesi, in controtendenza con le attese degli analisti.

A turbare gli investitori e’ subentrato pero’ il forte rialzo del greggio, causato dalle continue tensioni tra Iran ed Occidente. I futures con consegna maggio sono avanzati di $1.95 a $66.03 (massimo di chiusura dallo scorso 20 dicembre) dopo aver segnato un massimo intraday di $66.50 (livello che non si vedeva dal 5 dicembre 2006).

La situazione incerta tra Iran e le potenze occidentali continua a mantenere elevato il nervosismo sui mercati. La cattura dei 15 marinai britannici , la mancata liberazione della soldatessa inglese, in contrasto con quanto annunciato nei giorni scorsi, e le ulteriori sanzioni del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite nei confronti di Teheran stanno sollevando non poche preoccupazioni sulla condizione del comparto energetico.

L’Iran e’ il quarto produttore mondiale di petrolio e dallo stretto di Ormuz, passaggio obbligato per tutte le petroliere, vengono esportati circa 17 milioni di barili al giorno. Un inasprimento dei rapporti con l’Occidente potrebbe mettere a serio rischio la distribuzione del greggio, con una conseguente impennata dei prezzi energetici, in un momento delicato caratterizzato da un irrobustimento della domanda e da un calo delle scorte di benzina.

Nel caso di un peggioramento della situazione, gli analisti non faticano a prevedere un balzo dell’oro nero addirittura fino ad un nuovo record di $100 al barile.

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Con riferimento alla cronaca societaria, tra le blue chip in buon rialzo Citigroup ([[C]]), dopo che la banca d’affari ha comunicato l’intenzione di raddoppiare le proprie filiali in Cina entro la fine dell’anno. Bene anche Intel ([[INTC]]) sulla notizia di un cambiamento del design di alcuni microprocessore per migliorarne la performance, inclusa l’adozione di alcune tecniche utilizzate dalla rivale Advanced Micro Devices ([[AMD]]).

Tra gli altri titoli, RF Micro Devices ([[RFMD]]), societa’ produttrice di chip analogici studiati per la telefonia mobile, ha confermato le stime sui risultati del quarto trimestre, ma ha avvertito che una diminuzione del volume di ordinativi da parte di importanti clienti potrebbe influire sui risultati del prossimo trimestre. Il titolo ha chiuso in ribasso del 10.75%.

In leggero progresso la rivale Altera ([[ALTR]]) grazie all’annuncio di un nuovo piano di riacquisto di azioni proprie e il pagamento di un dividendo di 4 centesimi per azione.

Sugli altri mercati, sul valutario l’euro ha guadagnato leggermente terreno nei confronti del dollaro: nel tardo pomeriggio di giovedi’ il cambio tra le due valute e’ a quota 1.3337. L’oro ha chiuso in netto calo: i contratti con consegna giugno sul metallo prezioso sono arretrati di $5.30 a $667.60 l’oncia. In lieve calo i titoli di Stato Usa: il rendimento sul Treasury a 10 anni e’ salito al 4.6320% dal 4.62% di mercoledi’.