Società

WALL STREET: VOLATILITA’
E NERVOSISMO
AD ALTI LIVELLI

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Alta volatilita’ e accentuato nervosismo sui mercati americani che oscillano di oltre 1.5 punti percentuali nelle contrattazioni giornaliere per poi chiudere contrastati. Ad incrementare i dubbi degli investitori continua ad essere l’outlook sui tassi d’interesse che potrebbe provocare un rallentamento della crescita economica a livello globale. Il Dow Jones, ha messo a segno un rialzo frazionale dello 0.07% chiudendo a 10938, l’S&P500 e’ avanzato dello 0.14% a 1257, il Nasdaq ha ceduto lo 0.30% a 2145.

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Nelle ultime 24 ore, la Banca Centrale Europea, Sud Corea, Turchia ed India hanno alzato i rispettivi tassi d’interesse, innescando i timori sulle prospettive di crescita economica: un elevato costo del denaro potrebbe arrecare seri danni ai risultati aziendali, con i conseguenti risvolti negativi sullo stato dell’economia mondiale.

La serie di strette creditizie segue i commenti del presidente della Federal Reserve, Ben Bernanke, di alcuni giorni fa, in cui e’ stato sottolineato che l’economia e’ gia’ entrata in una fase di rallentamento accompagnata da un’accelerazione delle pressioni inflazionistiche. Il fatto ha deluso i molti operatori che speravano in una vicina chiusura del ciclo rialzista sui fed funds avviato nel giugno 2004.

L’atteggiamento della Banca Centrale Usa sara’ quello di combattere il caro vita per evitare che l’inflazione arrechi seri danni all’economia sul lungo termine. E’ sempre piu’ probabile, dunque, che nel prossimo meeting di fine giugno, Bernake & Co. alzeranno nuovamente i tassi d’interesse a breve, portandoli al 5.25%.

La notizia della morte del leader di Al Qaeda in Iraq, Al Zarqawi, non ha prodotti effetti positivi sull’azionario, come invece sarebbe potuto accadere in condizioni “normali”, in assenza dell’allarme inflazionistico. Ha pero’ contribuito all’estensione delle perdite nel comparto energetico, nonostante la sfumatura nelle ultime ore.

I futures con scadenza luglio sul petrolio sono arretrati di 47 centesimi a quota $70.35 al barile, dopo aver toccato un minimo intraday di $69.10 subito dopo la diffusione della notizia.

A provocare le vendite sull’oro nero, negli ultimi giorni, erano stati la distensione della vicenda sul nucleare, con gli incentivi offerti dall’Unione Europea all’Iran per la sospensione del programma di arricchimento dell’uranio, e l’aumento delle scorte settimanali di petrolio e benzina che hanno smorzato i timori di una povera offerta.

Sul fronte societario, Procter & Gamble ha registrato la migliore performance all’interno del Dow Jones. Il colosso di prodotti di largo consumo e’ avanzato di circa tre punti percentuali grazie alle stime sulle vendite e sugli utili del quarto trimestre.

In progresso il colosso fast food McDonald’s che continua a riportare un aumento delle vendite a livello globale, guidate al rialzo dall’introduzione di nuovi prodotti e dai nuovi orari lavorativi di molti ristoranti.

In controtendenza Intel, scivolato di quasi due punti percentuali dopo che gli analisti di Citigroup hanno tagliato le previsioni sui risultati trimestrali dell’azienda, citando preoccupazione sul livello dei prezzi (stessa azione sulla rivale AMD).

Nel comparto dell’auto, General Motors in leggero ribasso nonostante l’articolo positivo del Wall Street Journal che lascia ben sperare per il futuro dell’azienda e dei rapporti con Delphi, suo principale fornitore di ricambi.

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Tra gli aggiornamenti economici diffusi in giornata, va segnalato il miglioramento del comparto del lavoro, con le nuove richieste di sussidi di disoccupazione scese di 35 mila unita’ a 302 mila, e l’aumento dello 0.9% delle scorte di magazzino all’ingrosso (consensus +0.5%).

Sugli altri mercati, in forte calo l’oro. I futures con consegna agosto sono arretrati di $18.80 a $613.80 all’oncia. Sul valutario, l’euro ha esteso le perdite rispetto al dollaro sulla scia dell’aumento dei tassi da parte della BCE. Nel tardo pomeriggio di giovedi’ a New York il cambio tra le due valute e’ di 1.2653. In rialzo, infine, i titoli di Stato. Il rendimento sul Treasury a 10 anni e’ sceso al 4.992% dal 5.026% di mercoledi’.