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WALL STREET VOLATILE, RIPRENDONO LE VENDITE

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Seduta di borsa altamente volatile a New York. Gli indici si sono mossi in un trading range superiore ai due punti percentuali, capaci di recuperare dopo il debole avvio per poi riprendere a spingersi al ribasso a meta’ giornata. Il Dow Jones, riportatosi nuovamente al di sotto della soglia dei 12000 punti, perde l’1.00% a 11920, l’S&P500 lo 0.78% 1294, il Nasdaq arretra dello 0.44% a 2210. Non e’ da escludere dunque un’intensificazione delle vendite sul finale, come gia’ accaduto piu’ volte in passato, anche se un intervento ad hoc delle “mani forti” (a cui si e’ assistito gia’ subito dopo l’apertura), potrebbe impedire il brusco sell-off in vista del weekend.

Ad alimentare l’allarme recessione e dare la stura alle vendite e’ stato il pessimo dato sull’occupazione del mese di febbraio che ha evidenziato la perdita di 63 mila posti di lavoro, sorprendendo gli analisti che invece avevano stimato la creazione di 25 mila posti. Si tratta del secondo calo consecutivo, il dato di gennaio e’ stato rivisto al ribasso da -17 mila unita’ a -22 mila. Erano quasi cinque anni che non si vedeva una contrazione cosi’ grave.

Dubbi sui numeri degli economisti erano stati gia’ sollevati dal calo di occupati nel settore privato, comunicato nei giorni scorsi. E’ un chiaro segnale di come la crisi del credito e il calo del mercato immobiliare abbiano iniziato a produrre effetti negativi su vasta scala anche sull’economia reale, spingendo di fatto gli Stati Unitti in una fase di recessione.

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I futures sui fed funds danno ormai per scontato un taglio di 75 punti base nel meeting della Banca Centrale il prossimo 18 marzo, addirittura si e’ iniziata a prezzare (20-25%) anche la possibilita’ di un taglio pari ad un punto percentuale netto, il che porterebbe il costo del denaro dal 3% attuale al 2%. A poco e’ servita la comunicazione della Fed sull’incremento dei fondi da destinare alle istituzioni finanziarie nelle aste per garantire la liquidita’.

Sul fronte societario, ancora in difficolta’ le aziende dei mutui immobiliari e i gruppi “bond insurer”. Ambac Financial (ABK) che ha annunciato un processo di ricapitalizzazione attraverso l’offerta di azioni ha raccolto $1.5 miliardi dall’operazione, e il titolo continua a deprezzarsi visibilmente, -6% a meta’ giornata, dopo aver gia’ lasciato sul terreno il 35% solo negli ultimi due giorni. Alcuni pressioni si notano anche su Washington Mutual (WM) e Countrywide Financial (CFC), l’intero gruppo delle grosse banche d’affari (Citigroup, Bear Stearns, Merrill Lynch, ecc.) si muove in rosso.

Nel comparto energetico, nuovo record del petrolio di $106.30 I futures con consegna aprile sono in rialzo in questo momento di $0.53 a $106.00 al barile. Sul valutario, l’euro ritraccia dai massimi, ora scambiato a 1.5331 contro il dollaro. L’oro arretra di $4.60 a $972.50 all’oncia. In forte recupero i Titoli di Stato. Il rendimento sul Treasury a 10 anni e’ sceso al 3.53%.

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