Dopo aver raggiunto nuovi massimi nell’arco delle contrattazioni, i listini americani hanno improvvisamente cambiato rotta, spingendosi in territorio negativo. Ad essere maggiormente colpito dalle vendite e’ stato il comparto tecnologico, con il Nasdaq in ribasso dell’1.40% a quota 2772, 62 punti al di sotto del top intraday di 2834 punti; il Dow Jones ha chiuso con un calo dello 0.45% a 14015, l’S&P500 ha ceduto lo 0.52% a 1554.
Non esiste un vero motivo dietro al sell-off giornaliero. Alcuni analisti hanno citato i preoccupanti commenti di Axel Weber, membro del Consiglio governativo della BCE, secondo cui a causa delle pressioni inflazionistiche la Banca Centrale Europea potrebbe essere costretta a nuove azioni di politica monetaria.
Il fatto ha temporaneamente abbassato le chance di un taglio al costo del denaro da parte della Fed nel meeting di fine mese. Negli ultimi giorni si erano fatte sempre piu’ insistenti le voci di un proseguimento della politica accomodante da parte di Bernanke & Co.
Tra le cause del ritracciamento dei listini sono stati citati anche i rumors relativi ai giudizi negativi da parte di un’importante banca d’affari su alcune grosse societa’ del comparto tecnologico (da qui il forte calo del Nasdaq). Le voci non hanno poi trovato conferma, di sicuro pero’ gli analisti di JP Morgan hanno tagliato le stime sui ricavi del motore di ricerca cinese Baidu.com (BIDU) il cui titolo e’ arrivato a perdere piu’ del 10%.
Per altri operatori il movimentio ribassista altro non e’ stato invece che una naturale conseguenza di una situazione tecnica di ipercomprato dell’azionario americano, particolarmente del listino hi-tech, in rialzo per la sesta seduta consecutiva prima del sell-off.
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La giornata era iniziata con un sentiment prevalentemente ottimista originato dalle buone notizie giunte dal settore retail e dal fronte macro. Ad imprimere forza ai listini in avvio era stato l’annuncio del colosso retail Wal-Mart (WMT) sul miglioramento dell’outlook del terzo trimestre, oltre le attese degli analisti. Il fatto era stato sufficiente ad oscurare il profit warning della rivale Target (TGT) (costretta a rivedere al ribasso le stime sull’EPS dell’intero esercizio 2007) e delle povere vendite comparate registrate da altre aziende del comparto nel mese di settembre.
Una buona spinta era giunta anche dal colosso dell’auto General Motors (GM), riuscito ad archiviare la seduta in progresso del 4.80% (ai massimi di quasi tre anni) grazie all’approvazione del nuovo contratto con il sindacato UAW.
Spunti positivi erano emersi anche dai dati macro. Il comparto del lavoro ha continuato a mostrare una situazione sotto controllo, con le richieste di sussidio inferiori alle attese; il deficit della bilancia commerciale si e’ ristretto ad agosto oltre le stime, mentre alcune pressioni sono arrivate dai prezzi alle importazioni, cresciuti piu’ del consensus. Venerdi’ sara’ la volta delle vendite al dettaglio: sara’ importante analizzare l’atteggiamento delle famiglie americane all’indomani delle turbolenze finanziarie che hanno pressato le borse mondiali nei mesi scorsi.
Sugli altri mercati, nel comparto energetico il greggio ha continuato a spingersi al rialzo: i futures con consegna novembre hanno guadagnato $1.78 a quota $83.08 al barilesul valutario, l’euro si e’ spinto al rialzo nei confronti del dollaro. Nel tardo pomeriggio di giovedi’ a New York il cambio tra le due valute e di 1.4190. In buon progresso anche l’oro: i futures con consegna dicembre sono avanzati di $10.70 a $756.70 all’oncia. In lieve ribasso infine i titoli di Stato. Il rendimento sul Treasury a 10 anni e’ salito al 4.6590% dal 4.647% di mercoledi’.