Un peggioramento della prova delle grandi banche in borsa ha trascinato al ribasso tutto il mercato azionario americano sul finale. Si interrompe cosi’ il rally che aveva permesso a Wall Street di raggiungere i massimi di due anni. Il Dow Jones ha ceduto lo 0.53% a quota 11346.75, il Nasdaq lo 0.66% in area 2562.98, mentre l’S&P 500 lo 0.81% a 1213.40 punti.
A nulla sono servite le notizie positive giunte dal fronte degli affari societari, mentre l’andamento del dollaro ha giocato un ruolo importante anche quest’oggi. Inoltre dopo il picco toccato la settimana scorsa e in vista del summit del G-20, in generale l’approccio del mercato e’ improntato alla cautela.
Sul Dow, in calo di circa 100 punti, si fanno sentire i cali di Bank of America (-2.45%) e Goldman Sachs, mentre Exxon Mobil e Alcoa si sono mosse in controtendenza. L’indice della volatiltia, considerata misura attendibile della paura che aleggia sui mercati, scambia sopra l’area dei 19 punti.
I titoli Goldman hanno ceduto oltre l’1.5%: la banca si trova a dover far fronte a una class-action su due Cdo legati ai mutui subprime, confezionati e venduti nel 2006 e nel 2007. Lo riporta il Wall Street Journal citando una
comunicazione di Goldman alla Sec, nella quale l’istituto afferma di aver perso soldi in due giorni durante il terzo trimestre. Alla fine del 2007 circa 280 milioni di dollari di tali asset hanno visto il rating ridotto e a
meta’ del 2008 una buona fetta era stata etichettata come “junk”.
Il dollaro ha recuperato forza nei confronti delle sei principali valute rivali e in particolare dell’euro, afflitto dai rinnovati timori legati alla situazione fiscale di Irlanda e Portogallo. Le commodity continuano ad ogni modo ad essere molto richieste con l’indice CRB Commodity Index che ha sfiorato i massimi di due anni. Nello specifico i futures sul cotone sono la nuova moda, anche se la maggior parte degli investitori rimane attratta dai metalli preziosi; piu’ sacrificato invece il petrolio.
I trader hanno preferito non prendere troppi rischi in vista del summit tra le prime 20 economie del mondo che sara’ incentrato sul tema delle guerre valutarie e che e’ previsto nel fine settimana a Seul (Corea del Sud). Sale la tensione intanto sulla scelta della Federal Reserve di pompare nuova liquidita’ nel sistema con il secondo round di quantitative easing: la Cina ha avvertito che rischia di provocare il gonfiarsi di bolle di asset.
Nel frattempo gli occhi sono ancora puntati sull’oro, reduce da nuovi record oltre $1410 l’oncia, mentre l’argento ha testato i massimi di 30 anni.
In ambito societario poche notizie, ma rilevanti: la componente del Dow Chevron (CVX) ha acquistato Atlas Energy per $4.3 miliardi. L’offerta si traduce in $43.34 per azione, ossia un premio del 37% rispetto al prezzo dei titoli Atlas alla chisura della seduta precedente.
Sul fronte macro il rialzo maggiore del previsto delle scorte di magazzino all’ingrosso – pur da considerare una notizia positiva per l’economia – non ha avuto un grande impatto.
Sugli altri mercati, nel comparto energetico, i futures sul petrolio con consegna dicembre hanno lasciato sul campo lo 0.39% a quota $86.72 il barile. Il derivato con scadenza dicembre dell’oro segna un +0.49% a $1410.10 l’oncia. Sul fronte valutario l’euro e’ calato dell’1% a quota $1.3778. Quanto ai Treasury, il rendimento del decennale e’ salito a quota 2.6590% contro il 2.5630% di ieri.