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WALL STREET: TORNANO LE PRESE DI PROFITTO

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Chiusura in territorio negativo per i mercati USA, che hanno accelerato al ribasso nell’ultima ora di contrattazioni, sull’onda delle rinnovate preoccupazioni per la ripresa economica e le tensioni geopolitiche.

Il Nasdaq ha chiuso a 1.315,81 (-1,15%)
Il Dow Jones a 8.368,04 (-0,90%)
L’S&P 500 a 890,22 (-0,83%)

“E’ stata una seduta decisamente fiacca, con volumi piuttosto bassi – dice a Wall Street Italia Cesare De Novellis, senior vice president della banca d’affari Jefferies -. Prima dell’apertura avevano portato una ventata di ottimismo sui mercati le dichiarazioni del produttore di pc Dell (DELL – Nasdaq), che ha alzato le stime sulle vendite. A livello settoriale, da segnalare il rimbalzo tecnico dei titoli dell’esplorazione petrolifera, dopo la brutta performance di venerdi’ scorso. Ma in generale dobbiamo dire che in assenza di dati macroeconomici particolarmente significativi gli investitori hanno deciso di stare a bordocampo, in attesa di nuove indicazioni sulla crescita economica, che arriveranno in primo luogo domani con la fiducia dei consumatori del Conference Board e poi venerdi’ con gli importantissimi dati su ISM e disoccupazione. Va sottolineato che dopo questa settimana il discorso degli utili passa in secondo piano e l’attenzione torna sulla ripresa economica“.

Dello stesso avviso anche Patrick Boyle, di Credit Suisse First Boston, secondo cui “quelle del pomeriggio sono state semplici prese di profitto in una seduta molto tranquilla”.

Sul fronte societario, da segnalare la trimestrale positiva del colosso delle carte di credito American Express (AXP – Nyse), che ha registrato utili superiori alle stime.

Steve Galbraith, market strategist di Morgan Stanley, si e’ detto moderatamente soddisfatto dei risultati trimestrali comunicati finora dalle aziende. “Le cose stanno migliorando – osserva l’analista in una nota -, anche se la situazione rimane difficile”.

Secondo Edward Kerschner, analista di UBS Warburg, dovranno passare ancora parecchi trimestri caratterizzati da utili positivi prima che i prezzi delle azioni possano riprendersi e registrare un trend al rialzo.

In una nota sul mercato azionario, Richard Bernstein, chief strategist di Merrill Lynch, ha osservato che secondo il sistema di analisi del dividend discount model, che a fine settembre indicava che i titoli USA erano sottovalutati del 20%, le azioni sono ora valutate correttamente.

Sul fronte macroeconomico, e’ stato decisamente sconfortante il dato sulla fiducia degli investitori, che ha toccato il livello piu’ basso di sempre.

Aumenta intanto il tam-tam su un imminente taglio dei tassi d’interesse. Ben due quotidiani questa mattina hanno speculato che la banca centrale USA, preoccupata per la debolezza della ripresa economica, rivedra’ al ribasso l’obiettivo sui Fed Fund entro fine anno. I contratti future sui Fed Fund danno al 68% la probabilita’ che il FOMC tagli i tassi gia’ nella riunione del 6 novembre, contro il 45% di venerdi’ scorso.

Ha pesato sui mercati anche l’incertezza sulla situazione irachena, mentre l’Onu si appresta a decidere il da farsi.

Sempre sul fronte internazionale, gli investitori attendono nuove indicazioni sulla situazione brasiliana dopo l’elezione del candidato di sinistra Luiz Inacio da Silva a nuovo presidente del Paese.

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