Wall Street chiude incerta la prima giornata di novembre, che e’ stata una seduta titubante, con il mercato ha virato in rosso nel pomeriggio. Gli investitori non hanno voluto prendere rischi in attesa di conoscere l’esito delle elezioni di meta’ mandato e della riunione di politica monetaria della Fed, che dovrebbe portare a una seconda tornata di quantitative easing.
Il Dow Jones ha guadagnato lo 0.06% a quota 11124.62, mentre il Nasdaq ha lasciato sul campo lo 0.1%. Rialzo dello 0.09% per l’S&P 500, a 1184.38 punti. Sul paniere spiccano i cali di Chevron, Kraft e DuPont, mentre Intel e’ una delle poche note veramente positive di giornata. L’indice di volatilita’ Vix, misura attendibile della paura che aleggia sui mercati, e’ salito a quota 22.
In generale pesanti banche, utility, finanziari e societa’ di beni al consumo discrezionale. A gravare sui corsi dei titoli bancari e’ un report diffuso da ProPublica secondo cui JP Morgan e Magnetar, un fondo hedge, sarebbero sotto inchiesta della Sec. L’indice Keefe Bruyette Woods Bank Index ha lasciato sul campo oltre l’1%.
Ad aver influito sull’andamento negativo della seconda parte di seduta, quando il mercato ha di fatto bruciato i buoni rialzi d’avvio, ha senza dubbio contribuito anche la voglia di alcuni operatori di trarre profitto dagli ultimi rialzi di borsa. Il mercato Usa viene dal miglior mese di ottobre dal 2003.
In ambito macro l’indice manifatturiero ISM e’ cresciuto piu’ del previsto in ottobre, mentre la
spesa per le costruzioni ha registrato un miglioramento inatteso. Prima del suono della campanella sono stati annunciate le cifre su reddito e spese al consumo: anche se entrambi hanno deluso le attese, visti sotto una prospettiva storica i dati sulle spese sono da interpretare positivamente, secondo Mark Perry di Carpe Diem. Le spese reali degli americani hanno infatti completato la ripresa, assestandosi in settembre ai livelli pre-crisi a quota $9.349 miliardi.
La reazione del dollaro ha messo un po’ di pressione sui listini. E’ innegabile che i trader siano in trepidante attesa di conoscere anche l’esito delle elezioni di meta’ mandato. Da martedi’ il voto di midterm dovrebbe consegnare nelle mani dei Repubblicani un numero di seggi superiore e forse persino il controllo del Congresso. Mercoledi’ la banca centrale annuncera’ una seconda tornata di quantitative easing, battezzata “QE2”. Previsto l’acquisto di centinaia di miliardi di dollari di bond, nell’ordine dei 500 e 750 miliardi. Venerdi’ gran finale con il rapporto sul lavoro: gli analisti scommettono sulla creazione di 60 mila posti e un tasso di disoccupazione invariato al 9.6%.
In ambito di notizie societarie, AMBAC Financial, che era tra i principali assicuratori di bond prima dello scoppio della crisi, ha reso noto di aver deciso di non effettuare il pagamento degli interessi su una parte del debito. Ora la societa’ potrebbe fare ricorso al Chapter 11, la procedura di bancarotta controllata in America. I titoli crollano in borsa.
Per quanto riguarda le trimestrali, bene i conti di Potash, le cui azioni accelerano anche grazie alle indiscrezioni media secondo cui BHP Billinton sarebbe pronta ad aumentare del 10% l’offerta ostile di takeover sull’azienda chimica. Ancora meglio fa Humana, con la societa’ che ha alzato l’outlook sull’esercizio 2010 e annunciato un rialzo degli utili del 30%. Tra le azioni piu’ richieste in mattinata, Intel fa un balzo di quasi il 2%, mentre Ford dell’1.4%, favorita dai commenti positivi degli analisti.
Sugli altri mercati, nel comparto energetico, i futures sul petrolio con consegna dicembre sono in progresso dell’1.87% a quota $82.95 il barile. Il derivato con scadenza dicembre dell’oro ha perso lo 0.52% a $1350.60 l’oncia. Sul fronte valutario l’euro e’ in calo dello 0.45% a quota $1.3885. Quanto ai Treasury, il rendimento del decennale e’ in calo di 1.6 punti base a quota 2.6280%. Il rendimento del tre anni e’ temporaneamente sceso ai minimi record di 0.4840%.