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Wall Street teme che il greggio comprometta la ripresa

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New York – Prosegue negativa la seduta alla borsa americana, con gli investitori da un lato preoccupati per il possibile contagio della crisi del mondo arabo e dall’altro solo in parte rassicurati dal miglioramento del mercato del lavoro dentro le mura di casa. Gli eventi che stanno scuotendo la regione mediorentale continuano ad occupare i pensieri degli investitori.

Le turbolenze e l’instabilita’ sociale e politica di Libia, ma non solo (anche Algeria, Yemen, Giordania, Bahrein) ha aiutato il petrolio a spingersi brevemente sopra i $101 al barile. E’ questo il tema portante da qualche giorno sui mercati, un fattore che ha invece messo sotto pressione le borse di tutto il mondo. E anche oggi non sembra rappresentare un’eccezione.

Il tono piu’ ottimista a inizio mattinata e’ stato dovuto piu’ a un ritracciamento dei prezzi dello stesso greggio, che scambiano in area $100 al barile, che non alle cifre macro migliori del previsto pubblicate in America.

I riflettori rimarranno puntati dunque sul mercato energetico, con le scorte di petrolio che sono risultate inferiori alle stime. Il gap venutosi a formare a causa dello stop a gran parte delle esportazioni della Libia dovrebbe venire colmato dall’Arabia Saudita, secondo quanto riferito da un suo funzionario al Financial Times.

I dati economici in Usa hanno offerto soprese nel complesso positive. Le nuove richieste di sussidi di disoccupazione sono diminuite sotto quota 400.000 unita’ per la seconda volta nelle ultime due settimane, con la media mobile a quattro settimane che e’ scesa ai minimi di oltre due anni. Gli ordini di beni durevoli sono cresciuti di molto in gennaio, ma se si esclude la componente dei trasporti, allora il risultato e’ da leggere in tutt’un altro modo: sarebbe stato difatti nettamente deludente. In particolare si segnala tuttavia il gran bel balzo della domanda di velivoli. Le vendite di case nuove invece hanno deluso: in gennaio bruciato il bel rialzo del mese precedente.

Gli investitori hanno avuto modo di distrarsi con la trimestrale di General Motors, che e’ tornata in utile negli ultimi tre mesi dell’anno e si e’ detta ottimista per il 2011. La casa automobilistica, nel primo bilancio annuale dopo il maxi-piano di salvataggio da quasi 50 miliardi varato dall’amministrazione Usa, ha annunciato di aver registrato un utile netto di 4,7 miliardi di dollari nel 2010 e di 500 milioni nel solo quarto trimestre nonostante la restituzione di 400 milioni di dollari al governo. GM riconoscera’ a 45.000 dipendenti una quota di utile media pari a 4.300 dollari come compensazione per la rinuncia ai benefit durante il periodo di ristrutturazione.

Il Dow cede circa 40 punti il giorno dopo averne persi 107. All’interno del comparto i titoli piu’ venduti sono Hewlett-Packard (-2,5%) e Procter & Gamble (-1,54%), mentre Chevron (+0,76%) e General Electric (+0,69%) sono richiesti. L’indice della volatilita’ Vix, considerata misura attendibile della paura che aleggia sui mercati, e’ sceso a quota 21, dopo due giorni di guadagni. A livello settoriale, in denaro industriali e assistenza sanitaria, mentre la lettera si abbatte su tlc ed energetici.

Nel frattempo le borse europee chiudono in rosso, anche se riescono a risollevarsi dai minimi. A pesare anche in questo caso e’ la crisi libica che ha innescato una nuova fiammata dei prezzi del petrolio. A consentire agli indici di contenere le perdite e’ stato il lieve arretramento dei prezzi del greggio rispetto ai picchi della mattinata. L’indice Ftse 100 a Londra cede lo 0,06% a quota 5.919,98 punti, il Cac 40 di Parigi retrocede dello 0,09% a quota 4.009,64 punti e il Dax 30 di Francoforte lascia sul terreno lo 0,89% a 7.130,50 punti. L’indice Ftse Mib archivia gli scambi sulla parita’ (+0,09% a 21.498,73 punti). In controtendenza l’Ibex di Madrid che avanza dello 0,13% a quota 10,647,6 punti e lo Psi di Lisbona che registra un + 0,41% a 7.921, 74 punti.

Intorno alle 18.30 italiane i volumi sono nella media (NYSE 465 milioni, Nasdaq 902 milioni di titoli passati di mano), con i titoli in ribasso che sono in numero lievemente maggiore rispetto a quelli in rialzo (1317 i secondi contro 1564 sul NYSE, 1248/1295 sul Nasdaq) e con i nuovi massimi che si confrontano con i nuovi minimi in rapporto di 68 a 11 sul NYSE e 37 a 29 sul Nasdaq.

Tra i settori, si distinguono in rialzo: Emerging Eastern Europe-ESR +1.8%, Gasoline-UGA +1.7%, Solar-TAN +1.7%, Sugar-SGG +1.4%, Clean Energy-PBW +1.1%, Heating Oil-UHN +1.1%, Russia-RSX +1.1%, Yen-FXY +1.0%, Peru-EPU +1.0%, Swiss Franc-FXF +0.9%, Crude Oil-USO +0.9%, Brazilian Real-BZF +0.8%, Canada-EWC +0.8%, Long Treasuries-TLT +0.7%. In ribasso: Cotton-BAL -5.3%, Turkey-TUR -3.3%, Natural Gas-UNG -2.9%, Israel-EIS -2.8%, India-INP -2.5%, Vietnam-VNM -2.4%, Jr. Gold Miners-GDXJ -2.3%, Egypt-EGPT -2.1%, Silver Miners-SIL -1.8%, Gold Miners-GDX -1.7%, Oil Services-OIH -1.5%, Coffee-JO -1.4%, Grains-JJG -1.3%.