Società

WALL STREET: SUL DOW JONES PESA IL CROLLO DI MERCK

Questa notizia è stata scritta più di un anno fa old news

Chiusura in rosso per gli indici azionari americani, condizionati dal crollo del colosso farmaceutico Merck & Co. Il Dow Jones ha perso lo 0.57% a 10080 e l’S&P 500 lo 0.02% a 1114. Marginalmente positivo il Nasdaq, che in chiusura e’ riuscito a strappare un +0.15% a 1896.

A condizionare in maniera decisamente negativa i mercati prima ancora dell’apertura delle borse e’ stato l’annuncio da parte di Merck (MRK – Nyse)
del ritiro dal mercato del Vioxx. Si tratta di un farmaco per il trattamento dell’artrite che secondo gli ultimi studi clinici provocherebbe un aumento del rischio d’infarto. La notizia ha scatenato un’ondata di vendite sul titolo della seconda maggiore casa farmaceutica americana, che ha perso un quarto del proprio valore in borsa nel giro di poche ore senza piu’ riuscire a risollevarsi.

In flessione anche gli indici di riferimento del comparto e numerosi altri titoli del settore, tra cui Eli Lilly, ai minimi di agosto, Amgen e Wyeth. Chiusura positiva, anche se lontana dai massimi intraday, per la concorrente Pfizer (PFE – Nyse). Dopo il caso Merck, la FDA americana ha dichiarato che monitorera’ da vicino gli effetti di tutti i farmaci simili al Vioxx. Ricordiamo che Merck e’ uno dei trenta titoli che compongono il Dow Jones. L’indice risente quindi in maniera pesante dell’andamento delle azioni.

Non hanno contribuito a migliorare il clima le cifre sul mercato del lavoro. Nella settimana conclusasi il 25 settembre le nuove richieste di sussidi di disoccupazione sono salite di 18.000 unita’ a quota 369.000. Gli analisti si aspettavano un valore di 340.000. Il settore occupazionale continua ad essere l’anello debole della ripresa americana.

Ha superato le previsioni il dato di agosto sul reddito personale.

Ancora dal fronte economico, e’ risultato migliore delle attese il Chicago PMI. Nel mese di settembre l’indice che misura l’attivita’ manifatturiera nell’area di Chicago e’ salito a 61.3 punti dai 57.3 del mese precedente. Quest’ultimo dato era particolarmente atteso perche’ anticipa l’andamento dell’indice ISM, un importante indicatore sullo stato di salute dell’attivita’ manifatturiera.

Buone notizie dall’hi-tech. La Semiconductor Industry Association ha dichiarato che nel mese di settembre le vendite sono aumentate dell’1.1% rispetto a luglio e del 34% rispetto allo scorso anno. Tra i titoli del settore che hanno beneficiato maggiormente dell’annuncio spiccano LSI Logic, Kla Tencor, Motorola, Novellus e National Semiconductors. Luci e ombre, invece, sul colosso dei chip Micron Technology (MU – Nyse). La societa’ e’ passata in profitto, ma gli utili si sono rivelati peggiori delle stime. Contrastati i commenti degli analisti.

Nella old economy, ancora problemi per Fannie Mae (FNM – Nyse), colosso dei mutui ipotecari: il Dipartimento di Giustizia Usa ha avviato un’inchiesta sulle pratiche contabili del gruppo, sospettato di aver condotto pratiche contabili illecite.

Tra le blue chip del Dow Jones i migliori rialzi li hanno messi a segno General Motor, Hewlett-Packard, 3M, Boeing e IBM. Hanno chiuso sotto pressione, oltre a Merck & Co., AIG, Citigroup, Walt Disney, Johnson & Johnson e Verizon. Vedi decine di azioni segnalate da
WSI nella rubrica Titoli Caldi, una delle 12 sezioni in tempo reale
riservate agli abbonati a INSIDER. Se non sei gia’ abbonato, clicca sul
link INSIDER

Sugli altri mercati, la debolezza dei dati economici ha condizionato le quotazioni del dollaro. Nel tardo pomeriggio a New York il cambio contro l’euro e’ a $1.2435. Il ribasso del biglietto verde ha favorito l’oro che e’ spinto oltre i massimi di cinque mesi. Il future con scadenza dicembre e’ salito oltre i massimi di 5 mesi a $420.40 all’oncia, in rialzo di $5.70 .

In rialzo anche il petrolio, che nel corso degli scambi ha superato la soglia dei $50. Il future con sadenza novembre ha chiuso a $49.64 al barile, in rialzo di 13 centesimi per la sessione. Per il mese di settembre il contratto ha guadagnato il 18% dal 31 agosto spinto dalle preoccupazioni sulle condizioni dell’offerta globale.

In calo i titoli di Stato. Il rendimento sul Treasury a 10 anni e’ al 4.12% contro il 4.09% della chiusura di mercoledi’.

Per un commento operativo su indici, settori e titoli, vedi l’aggiornamento
di meta’ sessione, curato da Marco
Bonelli
.