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WALL STREET SU, RESISTE ALL’URAGANO LEHMAN-AIG

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Seduta fortemente volatile a Wall Street caratterizzata dai rinnovati timori sul comparto finanziario e dalla decisione della Federal Reserve di lasciare i tassi invariati al 2.00%. Il recupero e’ importante perche’ arriva dopo che la borsa di New York aveva ceduto oltre 500 punti nella seduta precedente (la peggiore degli ultimi 7 anni): il Dow Jones ha chiuso con un rialzo dell’1.30% a 11059, l’S&P500 e’ avanzato dell’1.75% a 1213, il tecnologico Nasdaq dell’1.03% a 2202. Ha influito anche l’aspettativa di un possibile salvataggio in extremis da parte della Fed di American International Group (AIG), il colosso assicurativo che intraday perdeva -70% e alla fine ha recuperato fino a -21%.

Nonostante le richieste del mercato di abbassare il costo del denaro per permettere al sistema bancario di assorbire meglio i recenti terremoti (fallimento Lehman Brothers, vendita forzata di Merrill Lynch a Bank of America) la Banca Centrale Usa, pur riconoscendo le elevate pressioni all’interno del comparto, ha deciso di non ritoccare i fed funds lasciandoli invariati al 2%. Appare evidente il nuovo atteggiamento adottato dai governatori che gia’ lasciando fallire Lehman Brothers nei giorni scorsi avevano dato un segnale forte agli investitori confermando che il mercato deve essere in grado di adeguarsi alla situazione e non puo’ sperare nell’intervento del governo per il salvataggio di qualsiasi istituto in difficolta’.

“Era la cosa giusta da fare” ha commentato Tom Higgins, chief economist di Payden & Rygel Investment Management. “Ritengo che la Fed non debba intervenire, al momento, per risolvere la crisi dei mercati finanziari”. L’ex presidente della Federal Reserve di Dallas, Robert McTeer ha dichiarato: “abbiamo un problema concentrato nel comparto immobiliare che non dipende dal livello dei tassi. Ed una crisi finanziaria che non ha nulla a che vedere con il costo del denaro. Ritengo che l’economia non abbia bisogno di tassi d’interesse piu’ bassi”.

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Per alleggerire la tensione sui mercati la Fed aveva iniettato in mattinata nuova liquidita’ nel sistema per un valore di $50 miliardi. A preoccupare gli investitori ora sono pero’ le sorti della compagnia assicurativa American International Group (AIG) che se non sara’ in grado di raccogliere nuovi capitali ($75 miliardi) nelle prossime ore potrebbe dichiarare bancarotta. Il titolo, lunedi’ in calo del 61% ed oggi arrivato a segnare una perdita superiore al 70% durante le contrattazioni, ha limitato il ribasso giornaliero a -21% sulle speculazioni di un possibile accesso ad un prestito ponte concesso proprio dalla Fed. Le banche contattate dalla Fed, Goldman Sachs e JP MOrgan Chase, hanno detto no a un loro coinvolgimento nell’operazione.

Le agenzie di rating Moody’s, S&P e Fitch hanno tagliato il giudizio sulla qualita’ del credito dell’azienda. Cio’ ha contribuito ad incrementare il pessimismo degli investitori sul superamento della crisi da parte del gruppo. “Se AIG non sara’ in grado di raccogliere $75 miliardi entro domani, le tocchera’ la stessa sorte di Lehman” hanno commentato alcuni trader di New York.

Ad intensificare i timori sulle condizioni del mercato finanziario e’ stata anche l’ultima trimestrale di Goldman Sachs, una delle poche ad aver assorbito relativamente bene il colpo ‘subprime’. La banca ha riportato un utile per azione di 10 centesimi migliore del consensus (ma comunque in forte calo -70% rispetto allo scorso anno), mentre i ricavi si sono attestati a livelli inferiori delle attese. Il titolo, in netto ribasso in avvio, e’ riuscito sul finale a ridurre le perdite a -1.86%. Morgan Stanley (MS), diretta rivale di Goldman che diffondera’ la trimestrale nella giornata di mercoledi’, ha chiuso con un ribasso del 14%.

Al di fuori del comparto finanziario, in evidente difficolta’ la societa’ informatica Dell (DELL), il cui titolo ha lascia sul terreno l’11% a causa delle deboli prospettive sulla domanda globale, e tocca il minimo degli ultimi 7 anni. In controtendenza Hewlett-Packard (HPW) salito del 6.51%: l’azienda ha annunciato che nell’arco dei prossimi tre anni ridurra’ la forza lavoro attraverso l’eliminazione di 25 mila posti.

Nel comparto energetico, ancora in forte calo il petrolio, dopo il taglio effettuato dall’Opec sulle stime della domanda globale per gli anni 2008-09. I futures con consegna ottobre sono arretrati di $4.56 a $91.15 al barile. Sul valutario, euro in flessione nei confronti del dollaro. Nel tardo pomeriggio di martedi’ a New York il cambio tra le due valute e’ di 1.4142. In calo l’oro. I futures con consegna dicembre sul metallo prezioso hanno ceduto $6.50 a $780.50 l’oncia. Seduta positiva infine per i Titoli di Stato. Il rendimento sul Treasury a 10 anni e’ sceso al 3.4910%.

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