La prima seduta americana della settimana si chiude con il segno piu’. A trascinare al rialzo i listini sono stati gli energetici e i titoli delle materie prime.
Il Dow ha guadagnato lo +0.42% a 10896 (+45.42) grazie ai guagagni di Boeing Co. e Caterpillar. L’S&P 500 ha chiuso a 1173 (+6.63), su dello 0.57%) trascinato dagli energetici. Il Nasdaq archivia la seduta a quota 2404 (+9), su dello 0.39%.
Il buon umore tra gli operatori, che prosegue da quattro settimane di fila, e’ legato quest’oggi alle spese dei consumatori, ancora una volta risultate in rialzo. Il reddito personale e il PCE sono rimasti invariati, mentre le spese al consumo sono cresciute per il quinto mese consecutivo, spingendo i risparmi sui livelli piu’ bassi dall’ottobre del 2008.
D’altra parte spese da parte dei consumatori e creazione di posti di lavoro sono essenziali per la salute dell’economia. Non a caso il dato piu’ importante della settiimana riguarda proprio il rapporto sull’occupazione, che dovrebbe mostrare un aumento mensile di posti di lavoro per la seconda volta dal dicembre 2007.
Tra i finanziari, ha tenuto banco il caso Citigroup (-0.24%) dopo che il Tesoro ha confermato l’intenzione di vendere il 27% in suo possesso entro fine anno. I volumi di scambio sul titolo sono stati particolarmente alti. Sono passate di mano 730 milioni di azioni contro la media giornaliera di 487.2 milioni.
Sul settore e’ arrivato un nuovo avvertimento da parte della Federal Deposit Insurance Corp. Il numero delle banche che fallira’ quest’anno dovrebbe essere “leggermente” superiore a quello registrato nel 2009. Lo ha affermato il presidente della Fdic Sheila Bair. Il picco ci sara’ nel terzo trimestre. Non e’ mancata una nuova strigliata di orecchie a tutti gli operatori del comparto: la cultura che ha portato alla crisi finanziaria e’ ancora qui.
Dall’altra parte dell’oceano la Grecia, alle prese con un debito enorme da risanare, ha iniziato a collocare sul mercato 5 miliardi di euro ($6.7 miliardi) di titoli a sette anni. La domanda e’ stata piu’ debole di quella riscontrata qualche settimana prima per l’asta di titoli a dieci anni, ma ha comunque contribuito a placare i timori sulla crisi del Paese. Restando in ambito di debito sovrano, l’agenzia Standard & Poor’s ha confermato il suo rating sul credito di tripla A del Regno Unito.
A livello settoriale, come detto, in testi ci sono i titoli energetici (+1.9%). Ben comprate anche le utility (+1.22%) e il comparto health care (+1%). Acquisti piu’ contenuti per tecnologici (+0.30%) e finanziari (+0.13%).
Nel comparto energetico le quotazioni del greggio recuperano terreno. I futures con consegna maggio sono avanzati di $2.45 attestandosi a quota $82.45 al barile (+3%). Sul valutario la moneta unica viaggia a quota $1.3484 (+0.52%). L’oro ha recuperato $6.50 in area $1111.50 l’oncia. In lieve flessione i Titoli di Stato, con il rendimento sul benchmark decennale che si attesta al 3.8640% (+2 punti base).