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WALL STREET: STOP A SERIE NEGATIVA DI 5 SETTIMANE

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Per i listini azionari americani e’ stata una seduta difficile, in particolare a causa della stretta sulle attivita’ di prestito delle banche imposta dalla Cina, che ha colto di sorpresa i mercati. Ma se Dow (-0.44% a 10099.14 punti) e S&P 500 (-0.27% in area 1075.51) hanno chiuso in rosso, lo stesso non si puo’ dire del Nasdaq (+0.28% a quota 2183.53). Dopo cinque settimane consecutive di cali, Dow e S&P 500 hanno chiuso in rialzo l’ottava dello 0.9%, mentre l’indice composito ha accumulato guadagni del 2% nel periodo.

Gli investitori, attenti a non prendere troppi rischi, si sono rivolti a una della giocate piu’ sicure che ci sono in circolazione: i tecnologici. Cosi’ il Nasdaq ha iniziato a viaggiare in territorio positivo, sostenuto dai guadagni consistenti in particolare di Apple (+1%), Palm (+3%) e Research In Motion (+3.5%).

La produttrice del Blackberry e’ stata favorita dai commenti positivi degli analisti. Wedbush Morgan ha infatti avviato la copertura dei titoli con un giudizio di Outperform, sottolineando come l’azione si trovi in una posizione particolarmente buona, in particolare se si guarda al rapporto tra il valore in Borsa e le stime sugli utili.

Sebbene fosse attesa da tempo una mossa di questo tipo da parte della Cina, che ha in piu’ occasioni espresso l’intenzione di ridurre le attivita’ di prestito, il tempismo delle misure straordinarie ha colto alla sprovvista il mercato. La Banca Centrale cinese ha deciso di alzare i requisiti per le riserve di capitale degli istituti di mezzo punto percentuale.

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Le notizie hanno messo le ali al dollaro, ma spinto in ribasso azioni e materie prime. Il greggio, penalizzato anche dal rialzo superiore alle attese delle scorte di petrolio e benzina, e’ calato in area $74 il barile, mentre l’oro e’ scivolato sui livelli di $1.090 l’oncia.

Sul fronte dei ribassi, particolarmente prese di mira sono state Boeing e Alcoa, con entrambi i titoli dei colossi societari che sono relegati nei bassifondi del Dow Jones.

Le vendite al dettaglio di gennaio, salite piu’ del previsto, hanno offerto la dimostrazione che i consumatori sono diventati piu’ propensi d acquistare beni che vanno oltrele spese di tutti i giorni ai grandi magazzini o supermercati.
P&G ha ottenuto una spinta ulteriore dopo che Credit Suisse ha avviato la copertura con un rating di Outperform.

Sempre all’interno della sfera macroeconomica, la lettura preliminare della fiducia dei consumatori a cura dell’Universita’ del Michigan ha mostrato un calo inatteso in febbraio, mentre le scorte di magazzino di magazzino sono inaspettatamente scivolate, anche se le vendite hanno continuato a crescere.

Altre novita’ dal fronte della Grecia: dopo l’Unione Europea, anche il Fondo Monetario Internazionale ha assicurato che garantira’ ad Atene il sostegno necessario per aiutarla a saldare il suo debito sprositato, il maggiore di tutta la zona euro.

Sugli altri mercati, nel comparto energetico in ribasso le quotazioni del greggio. I futures con consegna marzo arretrano di $1.14 attestandosi a quota $74.14 al barile. Sul valutario la moneta unica si indebolisce a quota $1.3619, ma viaggia sopra i minimi di nove mesi toccati in giornata. Giu’ anche l’oro a $1090.20 l’oncia (-$4.50). Avanzano i prezzi dei Titoli di Stato, con il rendimento sul benchmark decennale che si attesta al 3.6930%, in calo di 40 punti base.