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Wall Street: sprint finale ma i timori restano, rally delle Ipo cinesi

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Rendimenti dei titoli di stato Usa sui massimi di sei mesi. Scivolone delle materie prime, in primis dei metalli preziosi (-3%). Listini azionari poco mossi nonostante l’ottimismo sull’estensione dei tagli alle tasse voluti dall’ex presidente Bush e confermati dall’attuale inquilino della Casa Bianca dopo un braccio di ferro con i Repubblicani.

Il tutto e’ accaduto mentre il dollaro si e’ rafforzato contro le principali valute, i timori sulla ripresa globale dell’economia hanno continuato ad aleggiare e qualche operatore si e’ riposizionato effettuando una rotazione settoriale mentre altri sono rimasti alla finestra. Lo dimostra anche l’andamento del Vix, l’indice della paura rimasto sostanzialmente invariato.

In assenza di dati macro di rilievo (le richieste per prestiti immobiliari sono calate la settimana scorsa dello 0.9% come conseguenza del rialzo dei tassi ai massimi di quattro mesi e mezzo) la storia del giorno a Wall Street e’ stata il forte incremento del rendimento dei Treasury a 10 anni e il conseguente calo dei prezzi, protagonisti della peggiore ritirata in due giorni dal settembre 2008. Si teme che i conti pubblici Usa non possano fare altro che peggiorare. C’e’ chi pensa che i conti pubblici americani siano addirittura peggiori di quelli europei. Ecco perche’ gli investitori – dicono alcuni osservatori – hanno venduto i bond Usa. Ma c’e’ chi offre una lettura della situazione piu’ incoraggiante, anche per i listini azionari.

Il rinnovo dei benefici fiscali ha intanto portato gli osservatori a credere che si fa meno probabile una possibile estensione del piano di quantitative easing della Fed da $600 miliardi. “Il nuovo stimolo fiscale era esattamente cio’ che la Fed stava aspettando per accompagnare il QE2. Cio’ diminuisce le probabilita’ di un quantitative easing 3, per quanto restiamo convinti che la Fed spendera’ piu’ dei $600 miliardi preventivati” nell’acquisto di titoli di stato Usa, ha spiegato a Marketwatch Brian Jones, analista di Societe Generale.

Il rialzo del dollaro ha contribuito a spingere al ribasso le materie prime, in primis dei metalli preziosi (-3%). I futures sul petrolio con consegna gennaio hanno perso lo 0.5% a $88.28 al barile. Oggi e’ stato pubblicato il dato delle scorte settimanali, in calo piu’ delle attese. I futures dell’argento con consegna marzo hanno perso il 5.1% a $28.25 l’oncia mentre quelli con consegna febbraio dell’oro hanno ceduto l’1.9% a $1383.20 all’oncia. In entrambe gli ultimi due casi le vendite sono legate anche a prese di beneficio dopo i massimi di ieri del metallo giallo e del top da 30 anni dell’argento.

Tra le storie societarie, si segnala il debutto in borsa di due societa’ cinesi: Youku.com (la versione cinese di Youtube) ha chiuso la prima seduta di borsa con un balzo del 161.25% mentre Dangdang (e-commerce) ha segnato +86.94%. C’e’ chi, a fine novembre, aveva pero’ avvertito di una possibile bolla riguardante proprio questi titoli.

Tornando il Europa, a livello settoriale i bancari si sono difesi (+2.3%)nonostante un nuovo rapporto abbia messo in evidenza la forte esposizione di alcuni istituti europei sui derivati e su altri titoli illiquidi. I CDS (credit default swaps) di Intesa Sanpaolo, Unicredit e Monte dei Paschi di Siena sono stati presi di mira dagli hedge fund che individuano debolezze nel sistema bancario italiano.

Dopo il via libera dell’Ecofin al pacchetto di aiuti all’Irlanda e l’ok, seppur sofferto, del Parlamento irlandese al budget di austerita’, il clima sembra più disteso, anche se restano vive alcune polemiche velate nate in seno ai massimi esponenti della finanza europea per diversita’ di vedute.

Una di queste e’ testimoniata proprio dalle dichiarazioni del numero uno dell’Eurogruppo Jean-Claude Juncker, che ha criticato aspramente la Germania che ha bocciato senza appello la proposta dello stesso Juncker e del ministro dell’economia italiano Giulio Tremonti di introdurre gli eurobond.

Sul fronte valutario l’euro chiude la seduta a Wall Street in calo dello 0.02% a quota $1.3258. Quanto ai Treasury, il rendimento del decennale vale 3.2360% contro il 3.165% di ieri ma c’e’ stato un massimo intraday a 3.34% (top da maggio) nel giorno dell’asta di titoli a 10 anni da $21 miliardi. La domanda ha superato l’offerta per 2.92 volte ma il bid-to-cover ratio e’ stato il piu’ basso da dicembre 2009. La media delle ultime quattro aste di questo tipo e’ stata di 3.13 volte.