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WALL STREET: SPLIT AZIONARI, L’ULTIMA MANIA

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In pieno spirito da Capodanno, il mercato e’ stato piuttosto frizzante, ultimamente. Soprattutto per quei titoli che hanno annunciato uno split azionario.

La giapponese Sony (vedere SNE, quotazioni interattive) ha annunciato stamattina uno split di 2 a 1 per il 19 maggio, per coloro che possederanno azioni il 31 marzo.

Martedi’ scorso DoubleClick (DCLK) e’ salito piu’ di 15 punti, un incremento del 7,5%, dopo aver annunciato uno split di 2 a 1; Oracle (ORCL) aveva guadagnato il giorno prima 5,63 dollari a seguito di una notizia simile.

Precedentemente Inktomi (INKT) era salita del 14%, guadagnando 17,69 dollari; CMGI (CMGI) dell’11% con un aumento di 28,81 dollari e Progress Software (PRGS) del 19%, con 8,5 dollari di incremento.

Sembra che investitori e day trader vadano pazzi per stock split. ”Il pubblico impazzisce per questi annunci”, commenta Larry Wachtel, noto analista di Prudential Securities, ”ma non c’e’ nessuna logica”. Infatti, dietro la decisione di uno split, c’e’ la tattica di portare il prezzo del titolo a portata di piu’ investitori che possono permettersi acquisti a cifre inferiori. Il risultato, invece, e’ spesso quello di far aumentare di prezzo le nuove azioni.

Quando una societa’ approva uno split, divide essenzialmente ogni azione in frazioni: uno split di 2 a 1 le divide a meta’, uno split di 4 a 1 le taglia in quarti.

Chi, ad esempio, ha in portafoglio 100 azioni della societa’ X a 10 dollari a titolo, ha un investimento di 1000 dollari; dopo uno split di 2 a 1 avra’ 200 azioni a 5 dollari l’una. Il valore dell’investimento non cambia e le azioni non diventano piu’ economiche; per avere quell’ammontare investito si dovra’ acquistare il doppio delle azioni.

La ragione per cui il titolo beneficia della divisione sta nel fatto che un numero maggiore di investitori verra’ attratto dal prezzo ridotto delle azioni.

Tara Long, un’analista di C.E. Unterberg Towbin, nota che gli investitori solitamente interpretano lo split come un segnale positivo da parte del management sul futuro andamento previsto per la societa’, ma negli ultimi mesi la reazione e’ stata quasi spropositata.

”I tre mesi passati sono stati straordinari”, commenta James Lee, presidente di Momentum Securities. ”Non si e’ mai visto niente del genere negli ultimi quattro anni; secondo le teorie economiche lo split non dovrebbe avere nessun impatto sul titolo, ma si registra una sorta di euforia”.

Alcuni esperti del settore attribuiscono questi movimenti di prezzo alle reazioni dei ”day trader” quali James Lee.

Apparentemente gli split hanno iniziato a fare notizia un paio di anni fa, quando il day trading inizio’ a prendere piede. Prendendo lo split come un segnale positivo, i day trader fanno infatti man bassa del titolo forzandolo al rialzo, accompagnati recentemente anche dai gestori di hedge funds che seguendo questa direttiva, fanno lievitare ancor di piu’ le azioni, per poi abbandonare il mercato.

Altri analisti danno la colpa all’Internet per l’euforia legata agli split perche’ quando un titolo raggiunge il livello dei 200 dollari, voci di uno split iniziano a circolare nelle ”chat rooms”; gli stessi titoli Internet hanno cambiato il modo in cui il mercato reagisce alle notizie. ”Non si e’ mai visto un gruppo come i titoli Internet e tecnologici; sono una specie diversa”, commenta Wachtel.

Infatti, non e’ affatto vero che tutti i titoli reagiscono allo stesso modo alle notizie di uno split azionario.

Tra le ”blue chips” che hanno annunciato la suddivisione delle azioni questo mese, General Electric (GE) per esempio ha registrato un aumento di 4,25 dollari, solamente il 2,8% di guadagno e Morgan Stanley Dean Witter e’ salita solo di 94 centesimi a 128,94 dollari.

Per quanto riguarda i titoli Internet, secondo Lee di Momentum Securities, mancherebbero liquidita’ e investitori disposti a vendere; molte di queste societa’ non emettono molte azioni, creando una mancanza di ”materia prima” che fa crescere il prezzo e, quando avviende un split, si mettono in circolazione piu’ titoli, raddoppiando la liquidita’. Insomma: la legge della domanda e dell’offerta e’ piu’ che mai valida.

Seguendo questa logica, Yahoo! (YHOO), che era trattato di recnte dui 400 dollari, sta diventando troppo costoso e potrebbe essere candidato ad uno split, magari di 4 a 1. Altri possibili candidati – sempre perche’ le azioni sono care -: MedImmune (MEDI), Motorola (MOT) e American Express (AXP).