Wall Street sotto attacco: Nasdaq cala quasi -4%, ma S&P regge il supporto cruciale di quota 1040
Chiusura in pesante ribasso per l’azionario americano, dove sono tornati a farsi vivi i timori legati alla crisi del debito sovrano europeo, cui si sono andati ad aggiungere quelli di una crescita cinese piu’ contenuta delle previsioni, vero tema portante di tutta la giornata.
Anche dal punto di vista tecnico, e’ stata una giornata no per i listini, con il paniere allargato S&P 500 che ha violato brevement l’importante soglia tecnica di 1040. Ora il prossimo obiettivo al ribasso, secondo l’analisi di Goldman, e’ in area 865-850. L’indice e’ riuscito pero’ a chiudere sopra di essa. Il che significa che se il supporto tiene anche mercoledi’, potrebbe esserci il rimbalzo.
Il Dow ha ceduto il 2.68% a quota 9866.75, il Nasdaq il 3.84% a 2135.48 punti, l’S&P 500 il 3.11% in area 1041.10.
Il Nasdaq ha bucato il supporto di 2140 e il Dow di 9850 dopo che una lettura deludente della fiducia dei consumatori Usa ha deteriorato la situazione gia’ precaria. Tra i settori particolarmente bersagliati tecnologici, industriali e finanziari. Tutti e tre gli indici principali di Borsa sono ai minimi di novembre.
Sul paniere delle blue chip pesano in particolare i cali fatti registrare da Boeing, Caterpillar e Bank of America. Molto debole anche Intel dopo un outlook deludente emesso ieri a mercati chiusi dalla concorrente Micron Technology.
Gli indici americani hanno accelerato al ribasso nell’ultima ora di scambi, quando sono partiti nuovi ordini di vendita. Ad aumentare la tensione, un altro episodio, rivelato da WSI. Un altro “flash crash”, stavolta sui titoli Citigroup, crollata del 20%. I soliti HFT (high frequency trading, cioe’ gli ordini gestiti dai computer delle banche) hanno immesso un maxi-ordine sell sulle azioni Citi (C) provocando l’innesco dei sistemi automatici di frenata del ribasso (circuitbreaker) al New York Stock Exchange, quando il calo ha superato -20%. Leggere Un altro “flash crash”, stavolta su Citigroup, il titolo crolla -20% .
Gia’ in partenza i listini americani erano partiti male, replicando i ribassi in atto sulle piazze europee e al sell-off registrato sulle borse asiatiche, con Shanghai che ha lasciato sul terreno il 4.3% (minimi di 14 mesi) mentre Tokyo l’1.27%. Ma dopo mezz’ora dall’avvio delle contrattazioni, con il calo maggiore del pevisto della fiducia dei consumatori a giugno, le flessioni sono aumentate tanto da spingere il Dow a perdere 222 punti sotto quota 10000.
A catena si muovo i prezzi dei Treasury, con relativa ritirata dei rendimenti: quello sul 30ennale e’ sceso sotto il 4% mentre il decennale e’ sotto il 3%. Nuovi minimi storici per lo yield dei buoni del Tesoro Usa a 2 anni.
A spiegare la pioggia di vendite l’inatteso calo della fiducia dei consumatori nel mese di giugno.
Dato che va ada ggiungersi alle cattive notizie arrivate dalla Cina e dall’Europa. Nel primo caso, e’ stato rivisto al ribasso (e non di poco) il Superindice di aprile (a +0.3% da +1.7% mese su mese). Tra gli operatori si e’ cosi’ sparso il timore su un rallentamento piu’ forte delle attese dell’economia del Dragone.
Nel caso europeeo, molte banche devono restituire alla Bce i fondi presi in prestito un anno fa, lasciando intuire una carenza di liquidita’ nel sistema finanziario di oltre 100 miliardi di euro.
Continua cosi’ il rafforzamento del dollaro mentre l’euro si alontana al ribasso da quota $1.22. Nuovo record minimo contro il franco svizzero.
In Usa, tornando in ambito macro, l’Indice Case&Shiller e’ stato invece migliore delle attese. Resta in calendario la fiducia dei consumatori.
Sugli altri mercati, nel comparto energetico in ritirata le quotazioni del greggio. I futures con consegna agosto arretrano di $2.31 attestandosi a quota $75.94 al barile. L’oro guadagna $3.80 a $1242 l’oncia. Il cross euro/dollaro si attesta a $1.2191 (-0.7%). Quanto ai Treasury, il rendimento sul benchmark decennale si trova al 2.9670% dal 3.032% di ieri.