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Wall Street: si torna in rialzo. Attesi nuovi stimoli dalle banche centrali

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New York – Wall Street termina la giornata di contrattazioni in rialzo e si lascia alle spalle le informazioni poco confortanti che sono arrivate dal mercato del lavoro. Si spera in nuovi stimoli monetari da parte della Federal Reserve e dalla Bank of Japan, e dollaro e yen si indeboliscono.

In chiusura il Dow Jones sale di 181,19 punti (+1,41%), a quota 12.986,58 punti, mentre il Nasdaq avanza di 39,09 punti (+1,30%), a 3.055,55. Lo S&P500 cresce di 18,86 punti (+1,38%), a 1.387,57 circa.

Dopo la chiusura, sorprendono in positivo gli utili del colosso Google, con $10,08 per azione, grazie ai nuovi servizi introdotti che avrebbero aiutato a sostenere il processo di crescita. Il titolo avanza +2,4% prima dei conti, e continua a salire nel dopo-mercato

Bene i titoli finanziari, con JPM che avanza dello 1,89%, in attesa degli utili che saranno resi noti dal colosso nella giornata di domani. L’ETF che replica la performance dei titoli finanziari, ovvero il Financial Select Sector SPDR ETF è in aumento dello 1,87%. Acquisti anche su American Express +1,91%, Bank of America +3,50%. Il trend dello S&P 500 vede poi protagonista anche i buy sui titoli delle aziende attive nel settore minerario e del metalli; Cliffs Natural Resources balza del 6,62%, Freeport-McMoran, produttore di rame, sale del 5,90%, United States Steel fa +7,52%.

Bene anche i tecnologici, con Hewlett Packard che balza +7,22%, confermandosi tra i titoli migliori. L’indice dei semiconduttori, in particolare, balza oltre +1%.

Sotto i riflettori dal fronte economico le richieste iniziali dei sussidi di disoccupazione, che hanno deluso le stime salendo nella settimana che si è conclusa lo scorso 7 aprile a 380.000 unità, ovvero al massimo dalla fine di gennaio. Ora, è vero che si tratta di numeri stagionali: tuttavia i timori sulle condizioni del mercato del lavoro Usa sono confermati dalla media delle ultime quattro settimane del dato, molto più attendibili nel riuscire a fare il punto sulla situazione, che hanno testato il record in un mese. L’attenzione degli operatori torna sull’occupazione Usa, dopo il rapporto deludente che è stato pubblicato lo scorso venerdì e che ha visto i nuovi posti di lavoro crescere di 120.000 unità, molto meno della media degli ultimi mesi di 200.000 unità.

Bene invece la performance a febbraio del deficit commerciale, che è sceso a 46 miliardi di dollari, più delle attese. Focus infine sull’indice dei prezzi alla produzione, che è rimasto invariato a marzo, salendo su base annua al ritmo più debole dal gennaio del 2010.

Wall Street sale però per il secondo giorno consecutivo, dopo cinque sessioni consecutive di ribassi. “Siamo nel pieno della stagione degli utili societari e ritengo che gli operatori stiano guardando alle prossime settimane, che saranno decisamente interessanti visto che molte saranno le blue chip che renderanno noti i loro conti”, ha commentato in una intervista a Marketwatch Morten Kongshaug, strategist numero uno presso Danske Bank.

Continuando, l’esperto ha affermato che è possibile che “i mercati azionari, almeno in questo momento, non presteranno molta attenzione a quanto sta accadendo in Europa”. In giornata dopo la chiusura si guarderà ai conti di Google, mentre domani toccherà appunto a JPMorgan e, anche, a Wells Fargo.

Tra i fattori positivi, le parole del vice presidente della Federal Reserve, Janet Yellen, che ha rimarcato come i tassi di interesse resteranno a livelli “eccezionalmente bassi ancora a lungo”, per supportare il più possibile il processo di ripresa economica e di aumento dell’occupazione. Problema occupazione che riguarderebbe un po’ tutte le banche centrali al momento e che sarà il vero grattacapo da risolvere, con l’inflazione che rimane ancora sotto controllo. Yellen ha detto di vedere poco probabile un ritorno a breve a tassi di disoccupazione “naturali”. Il numero due della Fed non ha chiuso insomma la porta all’arrivo di nuovi stimoli monetari, nel caso in cui la ripresa economica dovesse richiedere una spinta in più e ha aggiunto che che tutti i membri della Banca centrale americana sono disposti a fare quanto in loro potere pur di salvaguardare il percorso di ripresa.

In ambito valutario, l’euro accelera al rialzo nei confronti del dollaro, salendo a $1,3184; sullo yen, la moneta unica guadagna lo 0,61% a JPY 106,61. Rapporto dollaro/yen piatto con +0,07% a JPY 80,84.

Per terminare la panoramica sui mercati, riguardo alle commodities, i futures sul petrolio tornano a salire a $103,64 al barile, mentre le quotazioni dell’oro incrementano i guadagni a $1.680,60, beneficiando della debolezza del dollaro. Quanto ai Treasury, i rendimenti a 10 anni virano in positivo salendo al 2,050%.