Società

Wall Street si tinge di rosso

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Wall Street chiude la seduta in territorio negativo appesantita dal settore energetico e delle risorse di base. Il Vix, l’indice della paura che sale quando i listini scendono, ha toccato i massimi di inizio dicembre chiudendo in rialzo del 4,79% (ma ci sono state punte superiori all’8%).

Il Dow chiude a 11.823, in calo dello 0.02% (-2 punti), il Nasdaq termina a quota 2.704, giu’ dello 0,77% (-21 punti), flessione dello 0,13% (-2 punti) per l’S&P 500 a 1.280.

La cosa importante e’ che l’S&P 500 – dicono gli analisti tecnici – riesca a tenere quota 1.245-1.250 sopra la quale il mercato puo’ ancora essere definito “bull”, all’insegna del toro.

Tra gli operatori pero’ si sta diffondendo un po’ di pessimismo. Lo dimostra l’ultima edizione dell’American Association of Individual Investors secondo cui il 29,1% degli investitori sposa una tesi orso sul mercato azionario per i prossimi sei mesi, in rialzo del 5,7% rispetto alla precedente rilevazione ma in linea con il 30% della media di lungo termine. La maggioranza (il 50,7%) resta “bullish”, in calo dell’1,6% e sopra la media del 39%. Gli investitori che si definiscono neutri sono scesi del 4,1% al 20,2%.

A poco sono serviti i buoni dati macro della giornata. Flessione superiore alle attese delle richieste settimanali dei sussidi di disoccupazione.

Massimi dell’agosto 2007 per le vendite di case esistenti di dicembre. Il 2010 e’ comunque stato l’anno peggiore dal 1997.

Superiore alle stime il Superindice del mese scorso, che fornisce una previsione sull’attivita’ economica americana.

Unica delusione e’ stato il dato peggiore delle attese dell’indice Philadelphia Fed di gennaio.

A muovere i mercati sono stati soprattutto i dati macro arrivati dalla Cina. Il balzo del Pil e la produzione industriale hanno superato le attese mentre l’inflazione (+4,6%, non e’ un numero ufficiale ma e’ giudicato credibile) non e’ calata come si aspettavano gli analisti. Cio’ potrebbe portare le autorita’ di Pechino a nuove misure monetarie restrittive, eventualita’ temuta dagli operatori.

In Europa i listini hanno chiuso contrastati: pesante Londra, tengono Piazza Affari e Madrid. Parigi riperde la parita’. Tra le piazze asiatiche si ricorda il forte calo della borsa Shanghai, che ha perso quasi il 3%. In generale per le borse dei mercati emergenti e’ stata la peggiore giornata in sei settimane.

Sugli altri mercati i futures sul petrolio con consegna marzo hanno ceduto il 2,3% a $89,61, minimi di due settimane. Il derivato con scadenza febbraio dell’oro ha perso l’1,5% a $1.345,60, sui livelli di due mesi fa. Sul fronte valutario, l’euro e’ risucito a strappare il segno piu’ guadagnando lo 0,04% a quota $1,3479 (ma era riuscito ad agganciare quota 1,35). Quanto ai Treasury, il rendimento del decennale ha chiuso al 3,4590% dal 3,337% di ieri. Il differenziale del rendimento tra i titoli a 2 e 30 anni ha raggiunto un livello record superano per la seconda volta in tre giorni quota 400.