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Wall Street: si sgonfia l’effetto sussidi, timori su Deutsche Bank

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Chiusura positiva per Wall Street anche se lontana dai massimi di giornata. Gli indici riescono a mantenere il segno piu’ portando il bilancio da inizio mese a +5.8% per il NAsdaq, +5.2% per l’S&P 500 e +4% per il Dow.

I valori della chiusura odierna sono i seguenti: Dow +0.27% a 10415.24 (+28.23 punti), Nasdaq +0.33% a 2236.20 (+7.33 punti), S&P 500 +0.48% a 1104.18 (+5.31 punti). Gli indici Usa hanno sempre chiuso le sedute di settembre in rialzo fatta eccezione perquella di martedi’ scorso a causa di nuovi timori sul debito sovrano europeo e l’esposione delle banche a quest’ultimo.

Il cambio di rotta oggi c’e’ stato a partire dalle 13.00 ora locale (le 19.00 in Italia) quando i listini americani hanno improvvisamente decelerato pur mantenendosi (almeno per il momento) positivi. A vanificare l’entusiasmo degli operatori legato a dati macro migliori delle attese, voci in arrivo dalla Germania: Deutsche Bank (-2.46% al Nyse), il piu’ grande istituto della locomotiva d’Europa, potrebbe fare ricorso a un aumento di capitale da 9 miliardi di euro.

Subito gli investitori hanno riportato la mente alla giornata di martedi’, quando le vendite sulle borse erano partite proprio dall’Europa su rinnovati timori legati allo stato di salute delle banche locali. In quel giorno si guardava soprattutto all’esposizione (ben peggiore di quanto emerso dagli stress test di luglio) ai titoli di stati di paesi periferici a rischio. Oggi il rumor riferito da Bloomberg sembra confermare che qualcosa che non va c’e’.

Ufficialmente la banca tedesca farebbe ricorso a una ricapitalizzazione per finanziare l’aumento della sua partecipazione (attualmente al 30%) in Deutsche PostBank. Ma e’ ovvio, e le fonti stesse citate da Bloomberg ne parlano, che l’obiettivo sia (anche) quello di rafforzare i propri livelli di capitale.

Potrebbe cosi’ interrompersi a Wall Street la scia dei rialzi di ieri, quando gli operatori aveva deciso di snobbare le indicazioni arrivate dal Beige Book.

Sul fronte macro, calate piu’ delle stime le richieste per sussidi di disoccupazione. Bene anche la bilancia commerciale: il deficit si e’ ridotto a luglio piu’ del previsto grazie a una ripresa delle esportazioni.

Sul fronte societario si segnala l’acquisizione di 3M (la conglomeratache tra le altre cose produce i post-it) da $810 milioni: comprata l’azienda privata Arizand. Goldman Sachs avanza dell’1.08% snobbando la multa da $27 milioni della Financial Services Authority inglese. Scivola del 2.25% McDonalds nel giorno dei dati sulle vendite di agosto, inferiori a quanto gli analisti avevano previsto: +4.9%, grazie soprattutto al mercato asiatico (+7.8%) e Usa (+4.9%). Invariata Apple nel giorno in cui ha annunciato maggiore trasparenza nei criteri con cui decide quali applicazioni mette in vendita sul suo App Store. La notizia ha messo il turbo a Adobe (+12.08%).

In Europa i listini hanno chiuso in rialzo, sui massimi di quattro mesi. La Banca d’Inghilterra ha confermato il costo del denaro allo 0.5%. Fitch si aspetta che la stretta fiscale nella Zona Euro inizi l’anno prossimo e con essa e’ atteso un rafforzamento del patto di stabilita’. Segnali poco incoraggianti arrivano dall’Ocse: il rallentamento della ripresa economica e’ piu’ accentuato del previsto tanto che il Pil dei Paesi parte del G& potrebbe scendere nel secondo semestre all’1.5% su base annua con l’Italia fanalino di coda (l’unica con un segno meno).

Sugli altri mercati, nel comparto energetico i futures sul petrolio con consegna ottobre hanno ceduto lo 0.82% a $74.06 il barile. Il derivato con scadenza settembre dell’oro ha chiuso a $1246.30 (-0.89%) l’oncia. Sul fronte valutario l’euro ha perso lo 0.10% a quota $1.2707. Quanto ai Treasury, prezzi in flessione con il rendimento del decennale che si attesta al 2.761 dal 2.634%.