Seconda seduta consecutiva di rialzi per gli indici azionari americani. Tra gli operatori e’ tornato a prevalere un cauto ottimismo grazie agli ultimi risultati aziendali e all’impegno mostrato sia dal governo americano che dalla Banca Centrale per evitare la recessione. Il Dow Jones ha guadagnato lo 0.88% a 12378, l’S&P500 l’1.01% a 1352, il Nasdaq e avanzato dell’1.92% a 2360.
L’aggressiva politica monetaria condotta dalla Fed e gli sforzi effettuati dal governo per prevenire un ingresso dell’economia americana in fase di recessione hanno disteso il clima sulla borsa: gli operatori, anche grazie all’attraente valutazione dell’azionario originata dal recente sell-off, hanno ripreso gli acquisti.
Il drastico taglio dei tassi d’interesse e le prospettive sul proseguimento della politica accomodante da parte della Fed sembrano aver dato ossigeno al comparto finanziario, da alcuni mesi pressato dal “credit crunch”. Inoltre, il pacchetto di stimolo fiscale su cui sono stati raggiunti degli accordi in giornata tra l’amministrazione Bush e i membri del Congresso, potrebbe avere l’effetto di alleviare parte della pressione fiscale sia sulle famiglie che sulle aziende, rilanciando i consumi e le vendite.
Incoraggianti anche i numeri trimestrali diffusi dalle societa’ negli ultimi giorni. Tra le aziende facenti parte dell’S&P500, il 61% di quelle che hanno comunicato i risultati fino a questo momento hanno battuto le attese degli economisti. A distinguersi in positivo sono Xerox (XRX), Lockheed Martin (LMT) e Union Pacific (UNP), bene anche il colosso finlandese dei cellulari Nokia (NOK). “Gli utili riportati fino ad oggi sembrano essere incoraggianti, fatta eccezione per quelli delle banche d’affari. L’economia statunitense, seppur in rallentamento, resta posizionata a crescere, non vedo il rischio della recessione” ha commentato Tom Wirth, capo investimenti di Chemung Canal Trust.
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Nel comparto delle commodities, i rialzi sono stati guidati da Freeport-McMoRan (FCX) e Alcoa (AA) sulla scia del quarto trimestre consecutivo di crescita economica superiore all’11% da parte della Cina. L’impressionante dato ha rassicurato gli investitori sull’elevata domanda verso i produttori americani di metalli ed energia, “il rallentamento interno non rappresenta dunque una minaccia”.
Dopo il forte rally di mercoledi’, il comparto bancario ha risentito dei “seri problemi” emersi dall’incontro tra i rappresentanti del New York State Insurance con le principali banche per un possibile salvataggio d’emergenza delle societa’ “bond insurer”, da mesi in grosse difficolta’. “L’operazione richiedera’ tempi molto lunghi” hanno commentato le autorita’ competenti. Ambac Financial (ABK) e MBIA (MBI) che trattavano in rialzo nel preborsa, hanno chiuso in territorio negativo. Le due societa’, su cui gravano anche i tagli di rating da parte delle agenzie Fitch e Moody’s, si sono deprezzate del 75% circa negli ultimi 6 mesi.
Nel comparto hi-tech, vendite sul titolo del colosso delle aste online eBay (EBAY) dopo aver offerto nell’after hour di mercoledi’ un outlook deludente. Subito dopo la chiusura delle borse sara’ il gigante elettronico Microsoft (MSFT) a diffonfere gli utili.
Sul fronte macro, note positive sono emerse dal mercato del lavoro che ha mostrato il quarto (seppur contenuto) calo consecutivo delle richieste di sussidio da parte dei disoccupati. Il dato e’ diminuito di 1000 unita’ rispetto alla settimana precedente. Resta complicata pero’ la situazione sul comparto immobiliare, con le vendite di case esistenti scese nuovamente, ad un livello inferiore rispetto a quello stimato dagli economisti.
Sugli altri mercati, nel comparto energetico in forte recupero il petrolio. I futures con consegna marzo (da oggi quelli di riferimento) sono avanzati di $2.42 a $89.41 al barile. Sul valutario, in buon progresso l’euro nei confronti del dollaro. Nel tardo pomeriggio di giovedi’ a New York il cambio tra le due valute e’ di 1.4770. In rally l’oro. I futures con consegna febbraio sul metallo prezioso hanno chiuso con un guadagno di $23.90 a $907.00 all’oncia. Giu’ infine i Titoli di Stato. Il rendimento sul Treasury a 10 anni e’ salito al 3.64% dal 3.4260% di mercoledi’.
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