WALL STREET: SI RISVEGLIANO LE PAURE SULL’INFLAZIONE

di Redazione Wall Street Italia
6 Settembre 2006 18:26

*Marco Bonelli, Managing Director di Raymond James, e’ molto conosciuto tra gli investitori istituzionali e i trader italiani. I suoi commenti quotidiani di meta’ seduta sull’andamento della Borsa Usa (comprese le indicazioni di trading operativo e le posizioni rialziste) non implicano responsabilita’ alcuna per Wall Street Italia, che notoriamente non svolge alcuna attivita’ di trading e pubblica tali indicazioni a puro scopo informativo. Si prega di leggere, a questo proposito, il disclaimer ufficiale di WSI.

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La sessione di oggi si e’ aperta in lettera. Ford Motor (F) ha nominato l’ex-oeing come nuovo CEO. Sono state abbassate le stime di Valero Energy (VLO) e di Sunoco (SUN). Il prezzo del greggio e’ in ribasso dello 0.5% a $68.28 al barile.

Al momento, l’indice Dow Jones e’ in lettera di 46 punti a 11422, il Nasdaq e’ in ribasso di 29 punti a 2176 e l’S&P500 perde 9 punti a 1303.
L’indice VIX e’ al livello di 13.49.
Lindice “advance/decline” sta facendo registrare una lettura di -1800.
Negative le performaces dei settori servizi per l’educazione, prodotti agricoli, semiconduttori, carbone e acciaio; in rialzo invece automobili, fertilizzanti e prodotti chimici.
I volumi sul NYSE sono di 598 milioni di titoli scambiati.

TRADING OPERATIVO:

Questa mattina, BBY guadagna lo 0.8% circa.

Vedi decine di small e medium cap in forte crescita segnalate da
WSI nella rubrica Titoli Caldi, una delle 8 sezioni in tempo reale
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DA QUI ALLA CHIUSURA:

Domani mattina, sara’ pubblicato il dato macro sulle richieste di nuovi sussidi di disoccupazione.

POSIZIONI RIALZISTE:

SSTI (APERTA IL 29/12 A $5.16; CHIUSA IL 20/7 A $3.90; PERF. –24.14%)

FILE (APERTA IL 25/1 A $27.35; CHIUSA IL 26/7 A $31.60; PERF +15.54%)

BBY (APERTA IL 28/7 A $44.95; ATTULA $46.53; PERF +3.52%)

BORSA: W.STREET GIU’ SU TIMORI INFLAZIONE, MALE INTEL/ANSA

Wall Street procede negativa, al traino del dato sulla produttività del lavoro nel secondo trimestre che ha rilevato un’impennata del costo del lavoro (+4,9% contro le attese di +4,0% e dopo il +9% del primo trimestre, secondo il dato finale comunicato oggi). Il dato ha infatti riportato in primo piano l’allarme inflazione e la possibilità che la Federal Reserve decida per un altro rialzo del costo del denaro nella riunione del 20 settembre prossimo invece di proseguire nella pausa per cui aveva optato l’8 agosto scorso.

Tra gli indici il Nasdaq è il più cedente e perde oltre l’1% in scia all’annuncio di tagli di impieghi inferiori alle attese giunto dal colosso dei semiconduttori Intel. Il gruppo, alle prese con un momento di difficoltà di vendite ha deciso di risparmiare sui costi con un dimagrimento del personale. Oggi l’annuncio del taglio di 10.500 impieghi ma gli analisti si attendevano una scure più pesante, nel range di 9.000-15.000.

Di conseguenza Intel cede l’1,5%, a 19,69 dollari. Spicca in positivo invece Ford Motor che avanza del 2,4%, a 8,59 dollari all’indomani del passaggio di consegne dall’a.d. Bill Ford jr a Alan Mulally, già manager di punta di Boeing. L’arrivo del nuovo timoniere, chiamato a far uscire il gruppo dal pesante stato di crisi in cui si trova, è giudicato positivamente oltre che dal mercato anche dalle case d’investimento.

Citigroup, ad esempio, ha deciso di rivedere al rialzo il proprio giudizio sulla casa automobilistica, portandolo da ‘sell’ a ‘hold’. In caduta invece le azioni di Sony negoziate al Nyse: il titolo perde il 2%, a 43 dollari, dopo aver detto che farà slittare a marzo prossimo il lancio in Europa della nuova console PlayStation 3 già fissato per novembre. Sony trascina giù tutti i produttori di videogame a cominciare da Electronic Arts che perde il 2,6%, a 50,53 dollari.

Stando alle dichiarazioni di Sony, la causa del rinvio è da rintracciare nell’insufficiente approvvigionamento di componenti per il lettore ‘Bluray’ integrato, che rappresenta una delle caratteristiche più innovative della macchina da gioco di nuova generazione. Male anche Hewlett-Packard che scivola di 50 cents, a 35,96 dollari, dopo che il Board ha invitato il consigliere George Keyworth a dimettersi accusandolo di essere la fonte di alcune indiscrezioni sulle delibere del direttivo. Perde quota, infine, la big dell’energia Valero dopo un downgrading di Citigroup: il colosso della raffinazione lascia sul terreno 1,67 dollari, a 54,04 dollari.

Quando sono trascorse due ore e mezza circa dall’avvio delle contrattazioni, questa la situazione dei principali indici della BOrsa Usa: il Dow Jones perde lo 0,41% (11.422,69 punti), lo S&P 500 cede lo 0,68% (1.304,35) e il Nasdaq scivola dell’1,17% 82.179,89).