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Wall Street si riprende dallo shock tsunami

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New York – Dopo una partenza incerta a New York, i listini azionari hanno preso slancio, riprendendosi dallo shock accusato per il sisma in Giappone, che ha provocato uno tsunami alto 10 metri e causato la morte di probabilmente oltre un migliaio di persone. Il mercato si e’ anche rifatto dopo un breve sbandamento per effetto dei dati macro.

Wall Street sta insomma cercando di seguire un percorso differente rispetto a quanto gia’ visto sulle piazze asiatiche ed europee. A scuotere i mercati mondiali sono le notizie provenienti dal Giappone, dove un terremoto di 89 gradi sulla scala Richter ha devastato il paese e ha provocato uno tsunami che rischia di colpire anche Hawaii, costa occidentale statunitense e altri 19 nazioni. Per ora il bilancio attuale secondo i media e’ di 100 vittime, ma e’ destinato a salire ancora. Secondo quanto riferito dal ministro dell’Industria una piccola fuga radioattiva potrebbe verificarsi nella centrale di Fukushima.

Il Dow avanza di circa 30 punti, sopra l’area dei 12 mila punti dopo aver subito un calo di 288 punti ieri. All’interno del paniere si mettono in evidenza Alcoa e Caterpillar, mentre Verizon e AT&T stanno facendo molta fatica. L’S&P 500 si e’ riportato sopra i 1.300, mentre il paniere dei tecnologici Nasdaq guadagna anch’esso terreno. L’indice di volatilita’ – misura attendibile della paura che aleggia sui mercati – e’ sceso di oltre il 7% in area 20 punti. A livello settoriale in denaro gli energetici (che ieri erano stati tra i principali colpevoli della seduta no), industriali e materiali di base. La lettera si abbatte invece sui gruppi di tlc.

Anche se i rialzi ci sono, sono per ora sono modesti e non dovrebbero essere sufficienti a spingere i mercati di molto sopra i nuovi minimi mensili. Le pressioni al ribasso si sono estese anche ai mercati energetici, dove i futures sul petrolio cedono quota sotto i $101 al barile. Prima del giro di boa il presidente Barack Obama ha tenuto una conferenza stampa sulla crisi delle regioni arabe, sul sisma in Giappone e sul rincaro del greggio, facendo sapere che gli Usa sono pronti a fare affidamento sulle riserve petrolifere strategiche se le condizioni lo richiederanno.

Il mercato continua ad essere soggetto a pressioni nonostante la sorpresa positiva proveniente dagli ultimi dati macro. Un terremoto di grande intensita’, 8,9 gradi della scala Richter, ha scosso il Giappone venerdi’ (coinvolta anche Tokyo), innescando uno tsunami alto 10 metri lungo le aree costiere. Lanciato l’allarme per circa 20 paesi, comprese le Hawaii e la costa occidentale americana.

L’evento ha chiaramente ridotto l’appetito per il rischio nell’ultima seduta di una settimana gia’ di per se’ molto negativa per i listini azionari mondiali. Andando ad aggiungersi ai timori per la crisi del debito sovrano dell’area periferica della zona euro e all’instabilita’ della regione mediorientale e nordafricana, in particolare in Libia dove e’ in corso una guerra civile.

I mercati asiatici hanno chiuso in ribasso e le piazze finanziarie europee pure, con la fiducia degli investitori nell’azionario che continua a essere minacciata dall’instabilita’ della Libia e dell’area del Golfo Persico (i governi di Arabia Saudita – dove oggi sono in corso delle manifestazioni nell’area a maggioranza sciita del paese – Kuwait, Yemen e Oman devono tutti vedersela con le proteste della popolazione. Il malcontento e’ per lo piu’ dovuto a disoccupazione e rincaro dei costi alimentari.

Sul fronte macro le vendite al dettaglio sono aumentate dell’1% in febbraio, come previsto. Si tratta dell’ottavo risultato utile consecutivo. Anche depurati della componente auto, i numeri hanno convinto. Dopo l’apertura dei mercati e’ stato pubblicato l’indice sulla fiducia dei consumatori a cura dell’Universita’ del Michigan, che a marzo e’ calato piu’ del previsto. Le scorrte di magazzino di gennaio sono invece salite di poco sopra le attese.