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Wall Street si prende una pausa dopo la Fed, record dell’oro

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New York – Chiusura poco variata per la borsa americana, in una seduta interlocutoria che ha visto i listini oscillare tra il territorio postivo e negativo. Dopo aver raggiunto ieri i livelli piu’ alti dai tempi pre-recessione, il Dow ha perso lo 0,05% a quota 12.394, il Nasdaq ha guadagnato invece lo 0,07% a 2.791 punti, mentre l’S&P 500 ha lasciato sul campo lo 0,05% in area 1.333.

Il tono e’ rimasto dimesso per buona parte della giornata, nonostante la notizia dell’operazione di acquisto di National Semicondutor da parte di Texas Instruments. Si tratta di una transazione in contanti da oltre 6 miliardi di dollari, che valuta la societa’ di chip $25 per azione, ovvero un premio di oltre il 80% sul valore attuale di NSM.

Anche se il settore dei chip e’ chiaramente favorito dalla notizie, il gruppo dei titoli tecnologici accusa un calo, zavoratto dal ribasso di Apple. Il gruppo di Cuperino cede terreno dopo che la societa’ che gestisce il Nasdaq ha deciso di riequilibrare il peso che Apple ha sull’indice, riducendolo al 12% da quasi il 20% attuale.

KB Home da parte sua ha archiviato il primo trimestre dell’esercizio fiscale 2011 con una perdita di $114,5 milioni, pari a un Eps di $1,49, rispetto al rosso di 54,7 milioni registrato dodici mesi fa. I volumi totali sono scesi a $196,9 milioni da 264 milioni di un anno fa. Il consenso era di $223,5 milioni.

Le piazze finanziarie europee hanno chiuso in lieve calo, penalizzate dalla notizia del declassamento a spazzatura del rating sul debito sovrano portoghese. Ad avere un impatto negativo sono anche le notizie di una nuova stretta monetaria in Cina, la seconda dell’anno e la quarta da ottobre 2010.

In calendario macro, delusione per l’indice ISM dei servizi, calato a sorpresa in marzo, mentre dalle minute dell’ultima riunione di politica monetaria della Federal Reserve, risalente al 15 marzo, e’ emerso che non tutti gli esponenti del comitato erano d’accordo nel proseguire con il piano di acquisto di Treasuries a lunga scadenza fino al termine previsto di giugno. Il Pil e’ stato rivisto in lieve calo rispetto all’ultima riunione di gennaio, per via del rincaro dei prezzi energetici.

A proposito di politica monetaria, le ultime parole circa i timori inflativi pronunciate da Ben Bernanke, numero uno della banca centrale Usa, non hanno aiutato i mercati, che temono una stretta prima della fine dell’anno. Secondo Bernanke la Fed deve monitorare la situazione inflativa “estremamente da vicino” per rilevare se il rialzo dei prezzi delle materie prime si sta scaricando sui portafogli dei consumatori.

La ripresa del mercato occupazionale vista ultimamente avra’ l’effetto di alimentare le speculazioni circa le prossime mosse in materia di politica monetaria dela Federal Reserve. Se da un lato ormai sembra da escludere un nuovo round di misure straordinarie di allentamento, dall’altro sono sempre di piu’ quelli pronti a scommettere su un intervento aggressivo di rialzo dei tassi entro la fine del 2011. La Bce dovrebbe imporre una stretta monetaria gia’ da giovedi’ e se la ripresa economica proseguira’ come previsto forse un’altra quest’estate. La Banca Centrale Cinese intanto e’ gia’ arrivata al suo secondo incremento dei tassi quest’anno e al quarto da ottobre del 2010.

Sugli altri mercati, dopo aver toccato i massimi di due anni e mezzo, i contratti del petrolio con consegna maggio cedono lo 0,4% a $108,04 il barile. I contratti con scadenza analoga dell’oro avanzano dell’1,6% a $1.456,4 l’oncia. Sul fronte valutario l’euro malgrado i problemi del debito sovrano e i prossimi rialzi dei tassi dell’area euro non cede e avanza dello 0,04% sul dollaro in area $1,4224. Quanto ai Treasury, il rendimento sul decennale vale il 3,487%, in progresso di 5,6 punti base rispetto alla chiusura di ieri.