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Wall Street si prende una pausa dal rally di dicembre

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Nonostante sia riuscita a ridurre le perdite con un mini sprint sul finale Wall Street non e’ riuscita ad allungare la serie di sedute positive, che si interrompe ancora una volta a sei. In buon rialzo il dollaro, con i timori circa un possibile contagio della crisi del debito sovrano europeo che sono tornati a farsi vivi sui mercati.

Dopo aver raggiunto i massimi di due anni ieri, il Dow Jones ha oscillato tra il terreno positivo e il negativo per poi chiudere in ribasso dello 0.17% a 11457.5 punti. Tra le blue chip Coca-Cola (+1.44%), Caterpillar (+1.27%) e Microsoft (+0.94%), mentre JP Morgan (-1.2%), Alcoa (-1.55%) e General Electric (-0.9%). Anche l’S&P 500 e il Nasdaq hanno chiuso in rosso, rispettivamente dello 0.51% a 1235.23 e dello 0.4% in area 2617.22.

L’indice VIX della volatilita’, intesa come misura del grado di paura che aleggia sui mercati, e’ salito in prossimita’ dei 18 punti. A livello settoriale, particolarmente presi di mira dai ribassisti i finanziari, le utility, i grandi magazzini e il gruppo delle tlc.

Secondo quanto riferito all’emittente CNBC da Jack Ablin, CIO di Harris Private Bank, le notizie economiche odierne, da cui emerge un’inflazione sotto controllo, una crescita della capacita’ di utilizzo degli impianti (una misura per sapere quanto le aziende utilizzano le loro risorse), tra gli altri segnali positivi di una ripresa, sono solo “passi minuscoli”.

Piu’ di ogni altra cosa a gravare sui listini e’ l’annuncio dell’agenzia Moody’s, che ha messo sotto osservazione la Spagna: Madrid rischia un declassamento del rating sul credito. Il tutto in sintonia con quanto visto finora sulle piazze d’Europa e Asia, all’indomani di una seduta che ha visto il Dow guadagnare lo 0.4%, ai massimi da settembre 2008.

Nel frattempo l’asta in Portogallo e’ andata male e un sondaggio di Tankan in Giappone ha mostrato un calo della fiducia tra le maggiori societa’ manifatturiere: e’ la prima volta che questo accade in quasi due anni. L’Irlanda ha accettato di ricevere il piano di aiuti offerto da Ue e FMI.

I dati macro pubblicati in Usa non hanno fatto nulla per invertire la tendenza. In ottobre i flussi di capitale netti a lungo termine di ottobre sono calati a $27.6 miliardi da 77.2. La produzione industriale e’ risultata piu’ alta del previsto, segnando un ritorno alla crescita dopo le battute d’arresto dei due mesi precedenti che avevano interrotto una serie positiva che si protraeva da 14 mesi.

Dai prezzi al consumo di novembre e’ emersa una situazione sotto controllo sotto il profilo inflativo, mentre l’indice che misura l’attivita’ manifatturiera dell’area di New York e’ risultato migliore delle stime. Le richieste di prestito immobiliare sono calate rispetto alla settimana precedente, a causa dei tassi di interesse piu’ alti.

Si interrompe dunque la serie positiva di sei sedute dell’S&P 500. Da quando e’ incominciata la fase rialzista i primi di marzo del 2009, quando i listini avevano toccato il fondo, ovvero i minimi di 12 anni, mai Wall Street e’ riuscita a infilare una serie di sette giornate positive di fila. Nel frattempo i prezzi dei Treasuries hanno ceduto quota, spingendo i rendimenti in progresso. In particolare si segnala un record per lo yield del decennale.

Pesano le vendite viste sugli altri mercati di tutto il mondo, con i dati macro su manifattura e inflazione che non sono riusciti a innescare un’inversione di tendenza. Questo dopo che le parole pronunciate ieri da Ben Bernanke & Co. non hanno infuso grande fiducia al mercato. La Fed ha precisato che anche un’economia in ripresa non convincerebbe la banca centrale a rinunciare alle nuove misure straordinarie di allentamento monetario che prevedono l’acquisto di $600 miliardi di bond a lungo termine e ribattezzata QE2 (seconda tornata di Quantitative Easing).

In ambito di notizie societarie Yahoo! ha confermato la decisione di ridurre del 4% la forza lavoro. All’interno della sfera farmaceutica Novartis AG assumera’ il controllo di Alcon, la maggiore societa’ per la cura dei problemi agli occhi, dopo aver messo sul tavolo $12.9 miliardi per la quota azionario che non le appartiene. Messa cosi’ la parola fine alla disputa con gli azionisti di minoranza che durava da 11 mesi.

Intanto le paure per un contagio della crisi del debito sovrano europeo sono tornate a farsi vive dopo che l’avvertimento di Moody’s ha fatto traballare Madrid, con la borsa che ha accusato il colpo, trascinata al ribasso dalle banche.

Tutte le piazze del Vecchio Continente hanno chiuso in calo dopo che Moody’s ha avvertito che la Spagna e’ vulnerabile allo stress considerando le necessita’ di rifinanziamento di cui avra’ bisogno nel 2011 la fragilita’ della fiducia del mercato in Madrid. Dunque il giudizio di Aa1 potrebbe essere rivisto.

Sugli altri mercati, nel comparto energetico, ifutures sul petrolio con consegna gennaio hanno guadagnato lo 0.19% a quota $88.45 il barile. Il derivato con scadenza febbraio dell’oro fa segnare un -1.67% a $1380.9 l’oncia. Sul fronte valutario l’euro e’ in flessione dell’1.22% a quota $1.3215. Quanto ai Treasury, prezzi sotto pressione, con il rendimento del decennale macina punti base attestandosi alla quota record di 3.563%, che corrisponde ai massimi dal 13 maggio.