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Wall Street: si ferma la corsa dopo le parole di Bernanke

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New York – Bruciati i rialzi accumulati sin qui dalla borsa americana, che non e’ stata scalfita dalle notizie negative sul fronte del debito, ma e’ stata influenzata negativamente dalle parole di Ben Bernanke.

Il Dow ha perso lo 0,44% dopo aver interrotto ieri una serie negativa di tre sedute. Cali più consistenti per l’S&P 500 (-0,67%) e il Nasdaq (-1,22%).

Il numero uno della Fed ha precisato che “non siamo ancora pronti a intraprendere ulteriori misure di accomodamento monetario”. Un default del Tesoro distruggerebbe la fiducia nell’America e degli investitopri. Sarebbe “una calamita’”. La banca centrale sta prendendo in esame l’esposizione degli istituti Usa al debito europeo e nel frattempo ha individuato il mercato immobiliare come l’epicentro del problema interno. Bernanke ha speso anche qualche parola sulla critica situazione dell’Italia, dicendo che “ha i conti migliori della Grecia” e che le banche sono sane, “in buona forma”.

Parlando di debito, l’agenzia di rating Moody’s ha messo sotto osservazione il giudizio di tripla A sul deficit di bilancio americano per un eventuale declassamento.

Oltre a JP Morgan tra le banche si spingono in rialzo Bank of America, Citigroup e Goldman Sachs. Continua il rally di McDonald’s. L’indice di volatilita’ del Vix e’ sceso sotto i 20 punti.

Gli energetici, uno dei settori sin qui particolarmente richiesti quest’oggi, pagano l’inversione di tendenza sul mercato dei prezzi del petrolio, scesi ai minimi di seduta.

Gli investitori stanno nel frattempo completamente snobbando il giudizio dell’agenzia, perche’ sono fiduciosi che gli Usa riusciranno a raggiungere un accordo per l’innalzamento della soglia del debito, nonostante le difficolta’. Intesa che, se raggiunta, entro agosto consentira’ a Washington di evitare il default.

Il dollaro e’ stato in un primo momento messo sotto pressione dall’avvertimento, ma l’indebolimento dell’euro lo ha poi sostenuto negli scambi precedenti al suono della campanella.

La debolezza della moneta unica in generale e’ dovuta alle condizioni fiscali critiche di diversi paesei dell’area euro. Ma il fatto che l’Italia sia riuscita ad approvare il pacchetto di austerita’ come previsto ha fatto rientrare parte dei timori circa un contagio della crisi del debito sovrano e la moneta unica ha ripreso a correre, portandosi sopra quota $1,42.

I dati macro, seppur nel complesso positivi, non hanno avuto un grande impatto sui mercati. Le richieste di sussidio sono diminuite piu’ del previsto la settimana scorsa. Le vendite al dettaglio restano stagnanti (+0,1%) ma fanno meglio delle stime per lo meno. A sostenere il mercato ci pensano le notizie societarie, con la banca JP Morgan che ha archiviato il secondo trimestre con un profitto in rialzo a 5,4 miliardi di dollari, grazie al calo dei costi per i cattivi prestiti.

JP Morgan, che nel 2010 e’ stata la numero uno a Wall Street per i profitti, annuncia utili di 1,27 dollari ad azione nel secondo trimestre contro gli 1,09 dollari, pari a 4,8 miliardi di dollari, dello stesso periodo di un anno fa. Le stime erano per un EPS di 1,21 dollari. Il risultato e’ legato alla cancellazione della tassa sui bonus in Gran Bretagna, costati alla banca 14 cent ad azione nel 2010.

A mercati chiusi rendera’ noti i conti fiscali il colosso dei motori di ricerca Google. Gli economisti scommettono su un risultato netto, se depurato dagli oneri straordinari, pari a $7,84 per azione, accompagnato da un fatturato di $6,54 miliardi nel trimestre conclusosi in giugno.

L’attenzione di Wall Street e’ rivolta anche oggi al tema dei debiti sovrani europei, in particolare, quello italiano, confermato dal balzo dei rendimenti a cinque anni nell’asta odierna, che hanno toccato il record dal 2008. Immediata la reazione di Piazza Affari che ha virato immediatamente in territorio negativo.

David Jones, responsabile strategist di IG Index a Londra e intervistato da MarketWatch, commenta così l’apparente indifferenza degli investitori alla prospettiva di un default Usa o di un downgrade. “Probabilmente è perchè non vogliono pensare alle conseguenze di un mancato raggiungimento di un accordo nel Congresso”. Detto questo, secondo Jones le preoccupazioni sul debito Usa ed europeo renderà i mercati molto volatiliti e senza direzione nell’arco delle prossime settimane.

Ieri in un interveto alla Camera, il numero uno della banca centrale Usa aveva aperto la porta a un nuovo round di quantitative easing, ovvero le misure straordinarie di allentamento monetario che prevedono l’acquisto di Treasuries a lunga scadenza.

Sugli altri mercati, i futures sul petrolio sono in calo sotto $96 al barile. Le quotazioni dell’oro avanzano dello 0,3% a $1.592,8 l’oncia.

Sul fronte valutario evaporati tutti i guadagno dell’euro contro il dollaro: ora il tasso di cambio si attesta a quota $1,4161. Quanto ai Treasuries i prezzi sono in flessione, mentre i rendimenti sul decennale salgono di 2,8 punti base al 2,919%.