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WALL STREET: SI CHIUDE L’ERA GREENSPAN

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Gli indici americani hanno archiviato la seduta in territorio negativo, in seguito alla decisione della Federal Reserve di alzare i tassi d’interesse al 4.5%. Il Dow Jones ha ceduto lo 0.32% a 10864, l’S&P500 lo 0.40% a 1280, il Nasdaq e’ arretrato dello 0.04% a 2305.

Il fatto principale della giornata ha riguardato l’incontro del Federal Open Market Committee, il braccio operativo della Fed, relativo alla decisione sui tassi d’interesse. Come ampiamente atteso dal mercato, il FOMC ha alzato il costo del denaro di un quarto di punto percentuale, portandolo al 4.50%. Si tratta del quattordicesimo incremento consecutivo. Il primo della serie era stato deciso nel meeting del 30 giugno del 2004.

Dal documento che accompagna la decisione e’ emerso che l’attivita’ economica Usa e’ in espansione, ma che tuttavia gli elevati costi energetic,i e i possibili incrementi della capacita’ di utilizzazione delle risorse, potrebbero causare un aumento delle pressioni inflazionistiche. Sono quindi state lasciate aperte le porte ad eventuali futuri rialzi, che dipenderanno largamente dagli aggiornamenti quotidiani dal fronte macro.

Quella di oggi e’ stata l’ultima riunione del FOMC che ha visto Alan Grenspan nella carica di presidente. Per commemorare l’ultimo giorno di Greenspan, e’ stato concesso, per la prima volta nella storia, a fotografi ed operatori televisivi di assistere ad una breve porzione del meeting.

Questi i numeri che hanno caratterizzato l’era Greenspan: 40 rialzi dei tassi d’interesse e 46 tagli, 149 riunioni Fomc, 4.8% il tasso d’interesse medio. Dal primo febbraio, il testimone di presidente della Banca Centrale americana passera’ nelle mani di Ben Bernanke che, proprio oggi, ha ottenuto il via libera dal Senato.

Per il resto, sono risultati contrastati i dati economici rilasciati in mattinata. In particolare, nel mese di gennaio la fiducia dei consumatori e’ cresciuta a quota 106.3 punti, milgiore livello dal giugno 2002. Le attese degli analisti erano per un rialzo piu’ contenuto a quota 105. E’ risultato in calo, invece, il dato sul Chicago PMI, sceso a 58.5 punti dai precedenti 61.5, livello inferiore a quello stimato dagli economisti che era di 59.8 punti.

Relativamente alla cronaca societaria, tra le altre societa’ che hanno riportato i risultati trimestrali, bene Merck e il colosso dei cereali Kellogg. Numeri positivi anche per Altria, la holding del tabacco a cui fanno capo le attivita’ di Phillip Morris, ma un deludente outlook sui prossimi trimestri ha fatto scivolare il titolo in ribasso di quasi il 2%.

Cresce l’attesa, intanto, per i numeri trimestrali del colosso Internet Google, che comunichera’ i risultati finanziari dopo la chiusura delle borse. Da segnalare che nella sola giornata odierna, il titolo del distributore di musica online, Napster, e’ cresciuto di oltre il 23% sulle notizie di una possibile collaborazione proprio con il celebre motore di ricerca.

Nel comparto energetico, in calo il petrolio. I contratti futures con scadenza marzo hanno archiviato la seduta in ribasso di 43 centesimi a quota $67.92 al barile. Positiva, pero’, la performance mensile dell’oro nero, pari ad un progresso dell’11.3%.Nel vertice tenutosi a Vienna, l’OPEC ha deciso di lasciare invariate le quote produttive. Il prossimo meeting del cartello petrolifero e’ previsto per l’8 marzo.

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Sugli altri mercati, in progresso l’oro. Il contratto futures con scadenza aprile e’ avanzato di $4.90 a quota $575.50 all’oncia. L’euro recupera terreno nei confronti del dollaro. Nel tardo pomeriggio di martedi’ a New York, il cambio e’ a quota 1.2153. In leggero rialzo, infine, i titoli di Stato. Il rendimento sul Treasury a 10 anni e’ sceso al 4.52% dal 4.53% di lunedi’.