A circa due ore dalla chiusura delle contrattazioni, tutti i principali indici di borsa consolidano le posizioni in territorio negativo. Forti le perdite per il Nasdaq Composite che lascia sul terreno oltre il 3%.
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I profit warning dal comparto tecnologico hanno inaugurato la settimana e gli investitori continuano ad alleggerire le posizioni preoccupati che il rapporto prezzo/utili dei titoli sia eccessivo in considerazione delle mutate prospettive di crescita dell’economia americana.
Tra i grandi nomi dell’informatica, oggi attirano gli ordini di vendita Dell Computers, Intel e Sun Microsystems.
“Non vedo sui mercati particolare fiducia nella possibilita’ che l’economia americana possa riprendere a correre – dice Michael Palazzi, responsabile del trading sul Nasdaq di CIBC – e questo significa che ci si attendono risultati poco entusiasmanti da parte delle aziende”.
Miles Seifert, manager di portafoglio con $1,2 miliardi affidati, non mostra alcuna sorpresa e prevede che la situazione possa soltanto peggiorare.
“Molti investitori si stanno finalmente accorgendo che il taglio al costo del denaro da parte della Federal Reserve non salvera’ i profitti societari – ha dichiarato Seifert – L’idea che si venderanno piu’ computer perche’ i tassi d’interesse sono piu’ bassi e’ ridicola. Resto convinto che stiamo andando dritti verso la recessione”.
L’andamento del tabellone elettronico non stupisce tuttavia molti economisti, che avevano anticipato la natura effimera del rally del Nasdaq dopo l’improvvisa riduzione di mezzo punto percentuale dei tassi interbancari.
Mercoledi’ scorso il Nasdaq aveva registrato un balzo del 14% e al fixing di venerdi’ l’8% era gia’ stato restituito; c’e’ ancora un buon 6% di margine per tornare alle quotazioni di inizio 2001, definite da molti operatori “un solido supporto”.
A meno che il malessere dell’economia americana non si riveli un serio accidente, come le valutazioni fatte questa mattina dal capo degli economisti di Morgan Stanley Dean Witter fanno temere. La banca d’investimenti ritiene infatti che le possinbilita’ che l’economia Usa entri in una fse di recessione sono pari al 45%
Sui listini in generale sono in rialzo il settore dell’alluminio, alimentare, trasporti ferroviari, tabacco, tessile, petrolifero e gas naturali, utenze.
Perdono il settore dell’intrattenimento, sanitario, automobilistico, brokeraggio, materiali edili.