I listini azionari americani arrivano al giro di boa in forte calo, con il Dow Jones che cede oltre 200 punti: la debolezza e’ dovuta ad una serie di notizie negative dal fronte macro e societario.
L’indice che misura la fiducia dei consumatori, a cura dell’Universita’ del Michigan, e’ sceso ai minimi di 11 mesi in luglio. Si tratta solo del dato preliminare, ma mostra una brusca inversione di tendenza rispetto ai massimi di due anni e mezzo toccati appena un mese fa.
Non aiuta nemmeno il rallentamento progressivo della corsa dell’euro poco prima del suono della campanella, dopo che la moneta unica non e’ riuscita a conquistare quota $1.30, pur segnando i massimi di due mesi sulla controparte statunitense.
Sul paniere delle blue chip pesano i cali di colossi bancari come Bank of America e Citigroup, che ha chiuso il trimestre con un utile in calo del 10%. Colpiti dalle vendite anche i minerari e in particolare le societa’ attive nell’estrazione dell’oro, i cui futures subiscono un deprezzamento notevole.
L’attenzione degli investitori non e’ concentrata solo su quanto accade sul valutario, bensi’ tutt’altro, essendo oggi una giornata pregna di notizie da piu’ fronti. Il mercato e’ impegnato a digerire una sfilza di conti societari e un dato macro che ha palesato la presenza di qualche rischio deflativo per gli Stati Uniti.
I prezzi al consumo sono calati in giugno (terzo mese di ribassi di fila), sorprendendo le attese del mercato che erano per un lieve rialzo. Nonostante le pressioni deflative innegabili, i prezzi core restano positivi. Ieri le cifre sui prezzi alla produzione avevano dipinto un quadro analogo, con il PPI che e’ calato per il secondo mese consecutivo.
All’interno della sfera societaria, i fari sono puntati su Goldman Sachs dopo il patteggiamento con la Sec (+5%). Dopo conti superiori alle stime, il gigante industriale General Electric avanza in avvio. Apple rimbalza dopo i cali degli ultimi giorni in vista della conferenza durante la quale il colosso di Cupertino avra’ tutti gli occhi puntati su di se’ quando affrontera’ il tema caldo del momento: come risolvere i problemi al difetto del sistema di ricezione dell’iPhone 4.
Bank of America cede terreno in seguito ad una trimestrale in linea con le previsioni, mentre BP lascia sul campo oltre l’1% dopo il balzo di ieri pomeriggio in seguito alle notizie dello stop alla marea nera, che non hanno tra l’altro sorpreso piu’ di tanto il mercato visto che il risultato dell’esperimento era atteso.
Come era facile prevedere, i titoli Google cedono il passo (-4%) dopo che la societa’ ha chiuso in utile il secondo trimestre, ma sotto le attese degli analisti. Seduta a dir poco da dimenticare per Vivus (-57%) dopo che la FDA ha espresso voto contrario alla commercializzazione del farmaco Qnexa. Nel frattempo Yahoo ha avviato una partnership con Gannett nella pubblicita’ a livello locale.
A condizionare l’andamento di giornata e’ anche la conglomerata americana General Electric, che ha messo a segno conti trimestrali superiori alle stime. Tuttavi il titolo non ne approfitta, anzi cede oltre il 2% perche’ i ricavi sono stati considerati deludenti.
Tra i big del settore finanziario, Citigroup ha pubblicato cifre fiscali superiori alle stime, ma la flessione dell’utile sta pesando sui corsi azionari. Goldman Sachs invece avanza, tra le poche rare positive del settore bancario, complice l’accordo record da $550 milioni annunciato ieri. La multa verra’ pagata alla Sec dopo le accuse di frode lanciate sulla “piovra della finanza” lo scorso 16 aprile.
Il comparto finanziario sara’ da monitorare dopo l’ok arrivato ieri dal Senato alla riforma finanziaria che ora aspetta la firma del presidente Obama. Tra le novità principali la cosiddetta “Volcker Rule” ossia il divieto alle banche commerciali di investire per conto proprio in operazioni speculative, hedge fund o private equity oltre il 3% del proprio capitale.
Attenzione anche a BP, gia’ in corsa prima dell’apertura dopo che ieri ha annunciato che il nuovo tappo posto sul pozzo Macondo ha funzionato. La marea nera, che fuoriesce dallo scorso 20 aprile, potrebbe dunque esser davvero finita.
I volumi sono per ora sotto la media (NYSE 661 milioni, Nasdaq 969 milioni di titoli passati di mano), con i titoli in rialzo che sono in numero minore rispetto a quelli in ribasso (498/2444 sul NYSE, 357/2157 sul Nasdaq) e con i nuovi massimi che si confrontano con i nuovi minimi in rapporto di 51 a 19 sul NYSE e 12 a 50 sul Nasdaq.
Tra i settori, si distinguono in rialzo: Volatility-VXX +5.8%, 20+ yr Treasuries-TLT +0.6%, Livestock-COW +0.1%, Yen-FXY +0.9%, USD-UUP +0.2%, Yuan-CYB +0.1%. In ribasso: Banks-KBE -4.6%, Regional Banks-KRE/RKH -4.1%, U.S> Financial Services-IYG -3.7%, Home Building-XHB/ITB -3.2%, Wind Energy-FAN -3.2%, Gold Miners-jr.-GDX/J -3.1%, Sweden-EWD 3.6%, South Korea-EWY -3.5%, Australia-EWA-3.0%, Switzerland-EWL -3.0%, Russia-RSX -2.9%.