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WALL STREET: SEDUTA NERVOSA PER I MERCATI USA

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Giornata piuttosto volatile per i mercati americani, con i principali indici azionari che continuano ad oscillare intorno alla linea di parita’. A meta’ seduta il Dow Jones perde lo 0.31% a 10282 e il Nasdaq lo 0.08% a 1937.

A condizionare gli scambi e’ soprattutto l’attesa degli operatori sull’esito della riunione del Fomc, il braccio operativo della Fed, sui tassi d’interesse. La Banca Centrale Usa annuncera’ le proprie decisioni alle 20:15 ora italiana.

Gli analisti non si aspettano aumenti immediati del costo del denaro, ma osserveranno con attenzione il contenuto del documento ufficiale per trarre conclusioni sull’orientamento cui intende attenersi la Fed per i prossimi mesi.

I future sui fed fund riflettono una probabilita’ del 44% di un aumento di 25 punti base entro la fine di giugno. Le probabilita’ salgono al 100% per il meeting di agosto. I tassi Usa al momento sono all’1%, al minimo degli ultimi 46 anni.

Nel frattempo continuano ad arrivare notizie incoraggianti dagli indicatori economici. Nel mese di marzo il dato sugli ordini alle fabbriche negli Stati Uniti ha registrato un incremento del 4.3% (+4.4% esclusi i trasporti), il piu’ sostenuto dal luglio 2002. L’indicatore ha sbaragliato le previsioni degli analisti, che stimavano un rialzo del 2.4%.

Sul fronte societario, tra i titoli che piu’ movimentano il mercato si distinguono le blue chip Alcoa, che cresce quasi del 3%, e Hewlett Packard. Il titolo del colosso informatico beneficia dell’accordo di partnership siglato dall’azienda con British Telecom. Segno negativo invece per Caterpillar, Wal-Mart e McDonald’s.

Sugli altri mercati, da segnalare la ripresa dell’euro, che nei confronti del dollaro supera quota $1.20 (massimo di due settimane). L’oro e’ in lieve progresso, oltre quota $391.5 all’oncia, in risposta all’indebolimento del biglietto verde.

Quotazione record per il future sul petrolio, che si e’ spinto ai massimi di 13 anni, oltre i $39 a barile. Pesano sull’oro nero le preoccupazioni sulla situazione in Medio Oriente e sul livello delle scorte in vista della stagione estiva. I titoli di Stato, infine, sono pressocche’ invariati, con il rendimento del Treasury a 10 anni stabile al 4.51%.