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WALL STREET SECONDO GARP

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* Giornalista per oltre 34 anni, 11 anni dei quali trascorsi al «Wall Street Journal»
(1986-1997), John Dorfman oggi è a capo della Dorfman Investment e collabora ogni settimana
con Bloomberg News. Il contenuto di questo articolo esprime il pensiero dell’ autore e non necessariamente rappresenta la linea editoriale di Wall Street Italia, che rimane autonoma e indipendente.

(WSI) – Lloyd Bentsen, senatore del Texas per quattro volte e candidato nel 1988 alla vice presidenza degli Stati Uniti con Michael Dukakis, amava dire che non faceva molti errori, ma quando ne commetteva uno era davvero grosso. Temo di poter dire la stessa cosa del mio portafoglio di azioni Garp. L’acronimo è uno slang usato a Wall Street quando si parla di «crescita a prezzi ragionevoli». Da parte mia come investitore cerco di solito di puntare dritto al valore, ossia vado in cerca di azioni che sono immeritatamente sottovalutate. Tuttavia una volta l’anno, per divertimento e (spero) per ottenere dei profitti, metto in pratica la strategia Garp che è un po’ più rischiosa rispetto alle mie consuete scelte d’investimento.

Se in genere scelgo titoli che valgono 15 volte gli utili o anche meno, quando seleziono i Garp guardo a quelli che trattano fino a 19 volte gli utili. Questa è l’ottava volta che creo una lista di questo tipo. E dei gruppi che ho creato in precedenza ben sei su sette hanno battuto l’indice S&P500. La selezione dello scorso anno, invece, è stata un flop. I cinque titoli scelti sono scesi in media del 6%, mentre nello stesso periodo l’S&P500 è cresciuto del 16 per cento.

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In entrambi i casi parliamo di rendimenti total return, ossia inclusi i dividendi. La sola azione della mia lista che l’anno scorso è salita è stata Amphenol Corp. (APH), una società di Wallingford, nel Connecticut, che produce componenti elettronici. Dal 15 novembre 2005 al 17 novembre 2006 è cresciuta del 72 per cento. Mentre sono andati veramente male i titoli di Westwood One (WON), società di New York che fornisce servizi informativi radiotelevisivi e produce e distribuisce bollettini informativi, soprattutto notiziari e report sul traffico. Le sue azioni sono crollate, purtroppo, ben del 60 per cento.

In generale i titoli che hanno fallito hanno tagliato il rendimento medio delle mie sette selezioni Garp al 17 per cento. Mentre il ritorno medio dello S&P500 negli stessi sette anni è stato del 4,2 per cento.

In ogni caso è giunto il momento di riprovarci. Di seguito ho selezionato tre nuovi titoli Garp che suggerisco per i prossimi 12 mesi. Partirò con il più grande, Johnson & Johnson (JNJ). Un titolo con il quale per circa 35 anni ho avuto un rapporto di amore-odio, andando indietro nel tempo fin da quando ero un giornalista finanziario a New Brunswick, nel New Jersey, dove aveva sede la società.

In quei giorni, ammiravo tutte le innovazioni della compagnia e il successo conseguito nel settore healthcare, anche se non mi piaceva il suo modo di reagire quando c’era una pubblicità avversa. Anche in anni più recenti, come investitore professionale, mi sono sentito in conflitto con la J&J in diverse occasioni. Tuttavia come non ammirare un gruppo che ha incrementato a 10 miliardi gli utili 2005 dai 2,4 miliardi di un decennio prima? C’è solo da rimanere perplessi per chi, come me, è riluttante a pagare gli alti multipli sugli utili richiesti dalla società.

Tra il 1999 e il 2002 le azioni della J&J trattavano a più di 50 volte gli utili. Una situazione che si è verificata per la maggior parte dell’arco temporale considerato. Oggi, però, scambiano a 18 volte gli utili. Molti investitori sono pessimisti riguardo alla capacità del gruppo di realizzare una veloce crescita degli utili, visto anche l’aumento dei regolamenti governativi, la scadenza di brevetti sui farmaci, e la contestuale crescita di farmaci generici. Io credo invece che queste considerazioni siano eccessivamente pessimiste.

L’industria produce beni di cui i consumatori hanno bisogno. E nel lungo termine, le forze del mercato troveranno un modo per aggirare i regolamenti governativi. Inoltre non tutti i guadagni della Johnson & Johnson, provengono dal settore farmaceutico. Buona parte del fatturato deriva da test, strumenti medici e chirurgici e prodotti di bellezza. Inoltre negli ultimi cinque anni i profitti annui sono saliti al ritmo del 16 per cento. Il debito totale, ossia di breve e di lungo periodo, è inferiore al 6% sul patrimonio netto. E nell’ultimo anno il Roe sfiorava il 30 per cento.

La seconda società Garp è la Harley Davidson Inc. (HOG). Il gruppo di Milwaukee, nel Wisconsin, produce e vende le famose motociclette per gli amanti della guida sulle due ruote, nonché accessori e capi di abbigliamento per motociclisti a cui piace apparire. Il titolo vale 19 volte gli utili. Un prezzo che a questi valori in realtà non è eccessivo, considerato che negli ultimi cinque anni la società ha mostrato una crescita media annua dei profitti superiore al 22 per cento.

Sebbene sia stata raramente cara come la Johnson & Johnson, qualche volta nel 2000 e nel 2001 ha toccato un valore di 50 volte gli utili. Oggi i suoi multipli testimoniano che la crescita dei profitti è rallentata dai massimi toccati tra il 2000-2003, quando l’incremento annuo si attestava in un range tra il 28 e il 33 per cento. Quest’anno gli analisti si aspettano un progresso degli utili del 14% e non mi stupirei di una crescita del 12% per i prossimi cinque anni. Considerando la fedeltà dei fan dell’Harley Davidson, forse la società potrebbe fare anche meglio.

La terza scelta è la Forest Laboratories Inc. (FRX) di New York, un produttore di farmaci generici e di marca. Forest compare regolarmente sulla mia lista di società «con un bilancio elettrizzante», nella quale sono indicati gruppi che hanno un’eccezionale forza finanziaria. Forest è l’unica che, assieme a Microsoft, è stata inserita nel paniere per sei anni di seguito.

Il più delle volte non raccomando le azioni di società con un bilancio elettrizzante perché, secondo me, sono eccessivamente care. Nel 2004 ho suggerito l’acquisto di Forest che nei 12 mesi successivi è cresciuto del 9%, ma lo stesso ha fatto anche l’S&P500. Oggi le azioni Forest trattano a 19 volte gli utili, un valore che sembra ragionevole per una società che ha registrato una crescita degli utili del 27% negli ultimi cinque anni. Spero insomma che questi tre nuovi titoli mi riporteranno sulla strada vincente.

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