Nonostante i risultati migliori del previsto giunti dal fronte del lavoro gli indici azionari degli Stati Uniti non sono riusciti chiudere con i rialzi visti nella prima parte della mattinata. Tuttavia sono riusciti a contenere le perdite che si erano andate prospettando dopo il giro di boa. I guadagni erano stati annullati con il passare degli scambi per lo piu’ dalla forza del dollaro e dal timore per le sorti del piano di salvataggio dell’Irlanda.
Il Dow ha ceduto un marginale 0.02% a quota 11370, il Nasdaq ha guadagnato lo 0.29% a 2616 punti, e’ stato invece dello 0.38% il rialzo dell’S&P 500 che si e’ attestato a quota 1233. Pesanti DuPont (-1.23%), McDonald’s (-1.57%) e Boeing (-0.95%), mentre Bank of America ha fatto un gran balzo (+5.33%), cosi’ come Cisco (+2.07%).
Tra i settori chiave del mercato, finanziari, tlc e catene di grandi magazzini sono aumentati di prezzo, mentre beni al consumo discrezionale e tecnologici hanno ceduto terreno. L’indice di volatilita’ Vix e’ sceso sotto l’area dei 18 punti.
Un esponente politico a Dublino ha annunciato che votera’ contro le misure per tirare fuori dal baratro l’Irlanda, mentre l’agenzia Fitch ha abbassato il rating sul credito del Paese.
Il dollaro ha bruciato i guadagni iniziali, con l’euro che si e’ riportato sopra quota $1.32. Il passaggio del Dollar Index in territorio negativo aveva contribuito alla buona partenza dei listini. Nel tardo pomeriggio i rialzi dell’indice sono minimi.
Intanto i Treasury si sono resi protagonisti di una buona rimonta dopo la peggiore due giorni dai tempi del crack di Lehman Brothers. Ma c’e’ poco da gioire, in quanto secondo le previsioni degli analisti di Wall Street, il rialzo dei prezzi non durera’. Troppi i fattori negativi, tra cui la decisione di Washington di prolungare di altri due anni le agevolazioni fiscali dell’era Bush, compromesso tra Obama e repubblicani al Congresso che ha fatto – anche se solo brevemente – infuriare il partito dell’Elefante al governo e che secondo gli economisti, tra cui Grantam, portera’ effetti benefici per l’economia e l’occupazione, cosi’ per la borsa, aumentando l’appetito per gli asset piu’ rischiosi.
In particolare oggi dei titoli di stato sono richiesti quelli a lunga scadenza (7 e 10 anni), proprio i piu’ colpiti dalle vendite nelle ultime sedute, come conseguenza dei timori per la stabilita’ finanziaria suscitati dall’accordo stretto dal presidente e l’Opposizione che ha il comando della Camera e per effetto del quale sono cresciuti i timori circa le dimensioni del deficit fiscale americano. Il rendimento sul decennale e’ tornato in area 3.20% dopo aver toccato i massimi di sei mesi di circa 3.33%.
In ambito societario non ci sono molte notizie di spicco, con una manciata di societa’ ha riportato conti fiscali contrastanti. La paura di un contagio della crisi del debito sovrano in Europa non se ne e’ affatto andata dai mercati, anche se le piazze finanziarie del Vecchio Continente resistono in positivo nonostante il declassamento degli analisti di Fitch del rating sul credito irlandese.
Nel frattempo gli investitori non hanno perso di vista i prossimi sviluppi di politica monetaria in Cina, dove e’ atteso gia’ da venerdi’ un probabile innalzamento dei tassi di interesse per allontanare la minaccia dell’inflazione.
Nell’ultima settimana le richieste di sussidio di disoccupazione settimanale sono calate piu’ del previsto, suggerendo che la situazione del mercato del lavoro e’ in via di miglioramento. Sempre sul fronte macro le scorte di magazzino di ottobre sono cresciute ancora, piu’ del previsto. Infine si verranno a sapere i numeri del bilancio fiscale.
Fuori dal paniere principale, le azioni della societa’ cinese di video online Youku.com, che si autopromuove come la Youtube della Cina, e quelli di Dangdang (che si fa chiamare l’Amazon di Pechino), hanno continuato la loro corsa. Ieri i titoli YOKU si sono resi protagonisti della migliore prova giornaliera dell’anno per un gruppo al debutto in Borsa.
In Europa le borse hanno chiuso per lo piu’ positive aiutate dai guadagni dell’azienda tecnologica oldandese ASML, che ha rivisto al rialzo le stime sul quarto trimestre, e altri titoli legati al business dei semiconduttori. Bene anche i finanziari. Deboli invece le case automobilistiche, che compromettono la performance del DAX tedesco (-0.13%), inferiore a quella delle altre piazze finanziarie. Lo Stoxx 50 ha guadagnato lo 0.8%, Londra lo 0.11%, Parigi lo 0.68%.
Questo nonostante il nuovo colpo di scure per l’Irlanda. Fitch ne ha abbassato il rating a lungo termine issuer default in valuta locale ed estera a “BBB+” dal precedente “A+” con outlook stabile. Scudisciata anche al rating issuer default a breve termine in valuta estera, che passa a “F2” da “F1”.
Il downgrade, ha spiegato Fitch in una nota, riflette i costi aggiuntivi per ristrutturare e supportare il sistema bancario, le incerte prospettive sul futuro dell’economia a causa dell’intensificarsi della crisi finanziaria e le minori possibilità di accedere al mercato a costi sostenibili. Pesa inoltre l’attuale deterioramento delle finanze pubbliche.
Sugli altri mercati, nel comparto energetico, ifutures sul petrolio con consegna gennaio sono in progresso dello 0.1%, a quota $88.37 il barile. Il derivato con scadenza febbraio dell’oro segna +0.69% a $1392.8 l’oncia. Sul fronte valutario l’euro e’ in flessione dello 0.15% a quota $1.3242. Quanto ai Treasury, i prezzi provano a recuperare, con il rendimento del decennale che si attesta a quota 3.223% (-1.3 punti base).